16 Gennaio 2020

Lo stop ai diesel e alle auto inquinanti non ferma lo smog: il Pm10 non cala

 

I diesel non circolano per il blocco stabilito dal Campidoglio anche per oggi, ma lo smog non cala. Anzi. Aumentano le centraline Arpa che riportano valori al di sopra della soglia di legge (50 microgrammi per metrocubo), dalle 8 di martedì alle 9 di ieri pomeriggio. Limiti di Pm10 sforati a Largo Preneste, Corso Francia, via Magna Grecia, in zona Cinecittà, Fermi, via della Bufalotta, via Arenula, addirittura a Villa Ada. E, per il tredicesimo giorno di fila, polveri alle stelle anche su via Tiburtina, ormai epicentro dell’ emergenza smog a Roma. Più inquinamento nonostante il divieto di circolazione imposto a tutti i diesel, compresi i più nuovi euro 6. Perché? «Perché il problema reale sono i riscaldamenti», spiegano ufficiosamente dal Campidoglio anche se l’ ordinanza firmata da Raggi è ancora «calda». Il dispositivo potrebbe essere esteso anche alla giornata di domani e poi, passando per la prima domenica ecologica dell’ anno, prolungato fino a lunedì se i dati dello smog saranno confermati. Di certo in Comune si spera nella pioggia che andrebbe ad abbattere i Pm10 facendo rientrare l’ allarme. Quella di bloccare i diesel, comunque, è una decisione semi-obbligata (e a prova di denuncia) per il Campidoglio che ha messo in atto le disposizioni europee recepite lo scorso anno in una delibera di giunta. Un margine c’ è, ma in base alle norme i divieti vengono armonizzati con il grado di inquinamento: più giorni i sensori indicano lo sforamento del limite di Pm10, più si allarga il bacino di veicoli da bloccare. Così, con il rosso fisso segnato dall’ Arpa au via Tiburtina per 13 giorni di fila, è scattato il divieto a tutti i diesel, compresi quelli appena usciti dal concessionario. Il tutto, però, pur sapendo che il problema non si risolve così. Secondo i dati dell’ Ispra – Istituto superiore protezione e ricerca ambientale – del Cnr e di Federchimica, la battaglia per la qualità dell’ aria può essere combattuta solo affrontando il vero alleato delle polveri sottili: i riscaldamenti degli edifici. Dice Andrea Arzà, presidente di Assogasliquidi-Federchimica: «Si consideri che 100 grammi di Pm10 vengono prodotti da sole 32 ore di accensione di una caldaia 4 stelle alimentata a pellet o da 20 mila chilometri percorsi da una vettura euro 5 a benzina», per altro categoria di auto che oggi può circolare liberamente. L’ ultimo studio dell’ Ispra (2015), poi, dà un quadro che ribalta la prospettiva di questi giorni: a fronte di circa 1.021 tonnellate di Pm10 prodotte in un anno a Roma dal trasporto su strada, ce ne sono 3.105 che provengono dai riscaldamenti. La proporzione è di 1 a 3, insomma. E in cinque anni la forbice si è allargata visto che le auto sono sempre meno inquinanti. Anche per questo, e pure per il Comune, il blocco sembra avere i connotati della cura palliativa. Infatti fioccano le polemiche. «Lo stop ai diesel euro 6 è assurdo», dice la Fiepet-Confesercenti. È «atto miope e puramente ideologico», dice l’ Aniasa, cioè Confindustria. «È misura deficitaria perché risponde a logiche emergenziali», commenta Greenpeace. Mentre il Codacons diffida Raggi «a garantire l’ utilizzo gratuito dei mezzi pubblici per i proprietari dei veicoli interdetti». Critiche anche da FdI (De Priamo) e Pd (Corsetti-Marin). A salvare Raggi solo il ministro della Salute, Roberto Speranza (Leu), secondo cui «di fronte a emergenze come questa, sono legittimi provvedimenti di questa natura».
andrea arzilli

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