1 Luglio 2014

«ll Pos obbligatorio è un pizzo digitale»

«ll Pos obbligatorio è un pizzo digitale»

Roma Pizzo digitale. La fin troppo esplicita definizione è di Giuseppe Sbalchiero, presidente di Confartigianato Imprese Veneto e riassume in modo colorito il sentimento di centinaia di migliaia di piccoli imprenditori, artigiani, professionisti nei confronti dell’ obbligo di dotarsi del Pos per il pagamento di importi superiori ai 30 euro. «Non è ammissibile obbligare per legge artigiani, commercianti e liberi professionisti a regalare milioni di euro alle banche. Il governo deve intervenire e applicare il buonsenso e ripristinare il provvedimento con cui si escludono dall’ obbligo almeno le imprese che hanno un giro d’ affari inferiore ai 200 mila euro all’ anno». Secondo l’ indagine condotta dalla Confartigianato del Veneto, un artigiano che non vanti occhi di riguardo da parte delle banche può spendere fino a 400 euro l’ anno solo per dotarsi del nuovo strumento di pagamento, a prescidere dall’ uso che poi ne faccia. Il canone medio per il Pos va infatti da 10 ai 25 euro, a seconda che si utilizzi la rete fissa o mobile. Inoltre spesso è prevista una soglia minima di transazioni mensili sotto la quale scatta il pagamento di un fisso aggiuntivo. Altrimenti, le commissioni bancarie vanno in media dallo 0,5 al’ 1 per cento dell’ ammontare della transazione. Secondo i calcoli di Confartigianato Veneto un idraulico per avere a disposizione il Pos con connessione mobile, potrebbe spendere oltre 390 euro l’ anno se non lo utilizza, altrimenti i costi potrebbero salire in base all’ utilizzo. Il conto nel solo Veneto, dove la novità interessa tra i 90 e i 100mila artigiani e professionisti, è di circa 40 milioni di euro. Boccia la novità anche la Cgia di Mestre: «No a misure pasticciate, come l’ introduzione obbligatoria del Pos – dice il segretario Giuseppe Bortolussi -, sì ad una vera lotta all’ evasione fiscale in grado di contrastare soprattutto le banche e le multinazionali italiane che gestiscono i propri profitti nei paradisi fiscali». Il Codacons, invece, sembra già rassegnata e invita i consumatori a non dare contanti a chi è sprovvisto di Pos: «Fatevi mandare il conto a casa da esercenti, artigiani e professionisti che in barba alla legge non si sono muniti di apposito Pos, in modo da scegliere in un secondo momento la modalità migliore per saldare il conto». E la politica? Si schiera dalla parte dei commercianti tartassati. Di «ennesimo regalo alle banche, scaricato sulle tasche di commercianti e liberi professionisti» parla Deborah Bergamini di Forza Italia. «Questo governo ha una strana idea di cosa significhi abolire i disagi burocratici e il carico fiscale dei cittadini. Perché nei fatti non fa che aumentarli», scrive Mara Carfagna, portavoce di Forza Italia alla Camera dei Deputati, sul suo quotidiano online Thinknews . Critici anche Fratelli d’ Italia («L’ esecutivo tenta di spacciare l’ ennesimo regalo alle banche come una norma per combattere l’ evasione fiscale, peraltro accanendosi sulle imprese e sui lavoratori autonomi», dice Giorgia Meloni), M5S («Io sto con i commercianti», scrive su Facebook il deputato Luigi Di Maio), Lega («L’ obbligo del pagamento con bancomat è l’ ennesima mazzata per gli artigiani, i commercianti, le partite Iva», taglia corto il segretario Matteo Salvini) e Udc («La moneta elettronica è lo strumento giusto per combattere l’ evasione fiscale ma l’ obbligo del Pos non può tradursi in un peso burocratico ai danni delle piccole e medie imprese», analizza il vicesegretario vicario Antonio De Poli).
andrea cuomo

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