18 Gennaio 2011

Livio Coppola

Una class action per rivedere i rincari. Le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra per l’entrata in vigore degli aumenti dei pedaggi autostradali e le azioni legali in vista riguardano in primis proprio la Napoli-Salerno-Reggio Calabria, dove la tariffa per gli automobilisti, a Capodanno, nel giro di un brindisi, è passata da 1,60 a 2 euro. Il movimento Noi Consumatori è già alle prese con le proteste dei cittadini, con annessa raccolta di firme per rivolgersi alla giustizia ordinaria. «Occorre una azione collettiva affinché le autostrade non diventino una vera e propria cassa di speculazione – dice Angelo Pisani, leader del movimento – Il governo deve intervenire in sede centrale per regolare le condotte delle società autostradali, che hanno stabilito aumenti ingiustificati, sia per la consistenza che per la rispondenza dei servizi. Non dimentichiamo, infatti che la A3 per anni è stata un colabrodo. Una class action in tal senso potrà servire a far rientrare i costi entro tetti più sopportabili». La vicenda degli aumenti sulla Napoli-Salerno fa il paio con quelli già attivati sulla Tangenziale partenopea. Ma l’autostrada rappresenta una caso ancora più eclatante, visto che il rincaro post Capdodanno è stato addirittura del 25%. «Parliamo di aumenti semplicemente illegittimi, cifre alla mano – spiega il presidente del Codacons Napoli Giuseppe Ursini – A livello nazionale si parlava di rincari pari al 20%. Nel caso della A3 si partiva da 1,60 euro, dunque il 20% corrisponde a 32 centesimi in più. Invece l’aumento è stato di 40 centesimi, con una approssimazione per eccesso che sarebbe stata accettabile solo se si fosse partiti da 35 o 36 centestimi. In pratica, in questo momento gli automobilisti stanno pagando almeno 8 centesimi in più del dovuto. Per questo attiveremo un tavolo di conciliazione per far scendere il pedaggio da 2 euro a 1,90 euro». Alla questione economica si lega anche quella della «discriminazione» tra automobilisti. Le associazioni, infatti, si mostrano contrarie anche al provvedimento per cui gli utenti col telepass possono usufruire, al contrario di chi paga in moneta, di pedaggi differenziati a seconda dell’uscita. «La gente è arrabbiatissima, ci arrivano ogni giorno decine di segnalazioni – dice Rosario Stornaiuolo, presidente di Federconsumatori Campania – In questo momento ci sono automobilisti di serie A e di serie B, è incredibile che gli utenti della stessa tratta possano pagare cifre differenziate, e la cosa non può essere giustificata dall’utilizzo o meno di un servizio offerto dalle società. È una discriminazione che ci porterà sicuramente ad azioni legali». C’è dunque tensione, in un momento in cui peraltro i rincari non riguardano solo i pagamenti al casello: «Il governo deve capire che i cittadini sono alle prese con gli aumenti della benzina e delle assicurazioni – afferma Lucio Canzanella di Cittadinanzattiva – ora non si possono sommare surplus come quello di 40 centesimi sulla Napoli-Salerno, che peraltro non è ancora in grado di fornire, almeno fino alla chiusura dei cantieri, un servizio privo di disagi». © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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