L?Intesa: a settembre sciopero dei consumatori
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fonte:
- L`Unione Sarda
Dopo le ferie nuovi rincari. L?Intesa: a settembre sciopero dei consumatori
Roma. Estate sempre più calda per i consumatori, e non solo per l?afa. In sette mesi, dal 31 dicembre 2002 al 31 luglio 2003, le famiglie italiane hanno dovuto fare i conti con una raffica di aumenti e sborsare 1.381 euro in più per la spesa. A denunciare il carovita «che ormai da troppo tempo imperversa in Italia» è l?Intesa dei consumatori, secondo cui una nuova stangata è pronta a farsi sentire, trascorse le ferie d?agosto. A suo giudizio si preannuncia, infatti, un autunno caldo, con una serie di nuovi rincari in vista per settembre, mese in cui l?Intesa ha già confermato il terzo sciopero degli acquisti, proclamato per il 16. La spesa delle famiglie, secondo le elaborazioni di Adusbef, Adoc, Codacons e Federconsumatori, è così passata dai 23.480 euro della fine dello scorso anno a 24.861 euro di fine luglio (+6%). A pesare più di tutti sono stati i rincari registrati nei consumi alimentari, che hanno segnato un +11,9%: in altri termini, le famiglie italiane, nell?arco di sette mesi, hanno tirato fuori dalle proprie tasche 274 euro in più (2.574 euro al 31 luglio 2003 contro i 2.300 euro al 31 dicembre 2002). Nell?elenco dei rincari, al secondo posto si piazzano gli aumenti nel settore dell?abbigliamento e calzaturiero (+10,7%), costati 192 euro in più a famiglia (da 1.800 a 1.992 euro), seguiti da quelli dei servizi bancari (+9,9%, ossia 40 euro in più, da 405 a 445 euro) e della scuola (+8,7%, 32 euro in più, da 375 a 407 euro). L?Rc auto ha invece segnato un rincaro del 7,9% (+62 euro, passando da 780 a 842 euro a famiglia), mentre luce e abitazione sono le voci che in termini percentuali sono aumentate di meno (rispettivamente 3,8% e 3,2%). Una stangata, dicono le associazioni dei consumatori, che comunque è destinata ad «aggravarsi» dopo l?estate, in un clima in cui, ha detto Elio Lannutti, presidente dell?Adusbef, si attendono rincari soprattutto nel settore della scuola, dei trasporti e degli alimenti; questi ultimi, ha sottolineato, dovuti prima alla gelata e poi alla siccità di quest?anno. «Il Governo faccia qualcosa – ha aggiunto Lannutti – per impedire questa continua rapina ai danni dei cittadini».
Quella attuale è una «situazione insostenibile – sottolineano le quattro associazioni – che riduce sensibilmente i redditi delle famiglie e contro cui occorre un intervento deciso da parte del Governo» e «che ha portato» l?Intesa dei consumantori a proclamare per il prossimo 16 settembre il terzo sciopero degli acquisti «per protestare – spiega – contro un carovita galoppante che non accenna a placarsi, nonostante le favole dell?Istat, gli accordi beffa sull?Rc auto e gli inutili provvedimenti salva consumi che, con questi aumenti, sembrano più che altro una beffa». La polemica è della settimana scorsa. Per l?Istat il costo della vita a luglio in Italia è rimasto stabile. Inflazione al 2,6%, ha sancito l?Istituto qualche giorni fa, ma per le associazioni dei consumatori anche il mese scorso gli italiani hanno speso di più per fare la spesa. La Lega dei consumatori, nel suo monitoraggio su tredici città, ha registrato un aumento medio dello 0,3%; mentre l`Intesa dei consumatori fa i conti degli ultimi sei mesi e dice che ogni famiglia, dal 31 dicembre dell`anno scorso al 31 luglio, ha speso in media 1.381 euro in più, pari a un incremento del 6%. E così mentre la stessa Intesa preannuncia un autunno di ulteriori rincari, l?Osservatorio prezzi dell?Ismea sostiene che il prezzo di frutta e verdura è calato del 5,3% su base settimanale. Ma avverte: a livello annuale gli aumenti per l`ortofrutta è stata superiore al 36%. Insomma, tra statistiche, panieri di spesa diversi e annunci vari sul mutamento dei prezzi, riscoppia la polemica su un?inflazione, che dall`adozione dell`euro non pare mai essersi fermata. Sostiene l`Osservatorio Prezzi della Lega Consumatori, che Pistoia (+1,9%) risulta essere a luglio la città più cara, seguita nell?ordine da Roma (+1%), Fermo (+0,8%), Brindisi e Cosenza (+0,7%), Bologna e Lecce (+0,6%), Padova (+0,5%), Milano (+0,4%), Trieste (+0,3%), Palermo (+0,2%). A registrare una flessione dei prezzi sono invece Viterbo (-2,1%) e Terni (-1,2%).
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