L`inflazione corre di più al Sud
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fonte:
- Il Sole 24 Ore
A febbraio leggera frenata al 2,9% ma la spesa quotidiana è cresciuta del 5%
In febbraio l`inflazione rallenta leggermente in generale – passa al 2,9% dal 3% di gennaio – secondo i dati resi noti ieri dall`Istat, ma restano molto più alte della media, ed accelerano addirittura, le tensioni dei prezzi soprattutto al Sud e per i prodotti a consumo frequente. Tra gennaio e febbraio i prezzi al consumo – ricorda l`Istat – sono aumentati dello 0,2% in media a fronte del +0,4% tra dicembre e gennaio, quando l`inflazione ha raggiunto i massimi da circa sette anni, ossia da giugno del 2001. Gli alimentari continuano a guidare la corsa: l`aumento mensile a febbraio è stato dello 0,5% (la rincorsa di pane e cereali è passata al +9,2% dal +8% tendenziale di gennaio) e il tasso annuo è balzato al 4,9% (dal 4,5% di gennaio) vicino ai massimi dal 1996. E per la Pasqua si profilano rincari marcati per i prodotti stagionali. Vincenzo Schiavo, dirigente Confesercenti, ricorda che i consumatori troveranno negli scaffali colombe ed uova di cioccolato che costeranno almeno il 20% in più dell`anno scorso a causa degli aumenti del latte e dei trasporti. In tensione anche il settore casa (+0,5%) a causa degli aumenti delle bollette energetiche, e i trasporti (+5,5%) per il caro- carburanti. Sono risultati in calo, su base annua, solo i prezzi dei servizi sanitari (-0,1%) e delle comunicazioni (-8,4%). L`Istat ha poi messo in rilevo che le tensioni sui prezzi al consumo si concentrano particolarmente nelle città del Sud e tra prodotti di acquisto frequente. Su 20 città capoluogo di regione – ricordano all`Istat – le cinque realtà a più alto tasso inflattivo sono in regioni meridionali o nelle isole. La città dove i prezzi corrono di più è Cagliari (+3,8%), seguita da Reggio Calabria (+3,5%), Potenza, Napoli e L`Aquila (+3,3%). Si tratta di dinamiche superiori anche del 20% alla media dell`indice nazionale. La città con i listini più freddi risulta invece Trento (+2%) che si attesta molto al di sotto della media. Secondo analisti di mercato i risultati del Sud sono frutto della combinazione tra livelli di prezzo di partenza più bassi della media nazionale e della minore diffusione della distribuzione moderna, entro la quale la competizione di prezzo (grazie alle promozioni) è più forte. Confesercenti Napoli respinge le accuse di presunte speculazioni da parte degli eserecenti e mette invece sotto accusa proprio lo strapotere locale di supermercati e ipermercati. La borsa della spesa quotidiana intanto è sempre più cara e la rincorsa non accenna a placarsi. L`Istat ha infatti sottolineato che la crescita dei prezzi dei prodotti di acquisto frequente (valgono il 40% dell`indice generale) a febbraio ha toccato quota 5% dal 4,9% rilevato (per la prima volta) a gennaio. L`aumento mensile è stato dello 0,3% e a fronte di una inflazione già acquisita del 2% per il 2008, che sale al 3,2% per i prodotti ad alta frequenza di acquisto. L`elenco dei rincari è ampio: +12,5% per il pane, +14% per la pasta, +7,2% per latticini e uova, + 9,7% per il latte (aumentava dell`8,7%in gennaio), +4,8% per la frutta, + 3,7% per la carne e +3,5% per il pesce. Cui si aggiungono: +13,2% per la benzina, +16,9% per il gasolio e +16,6% per i combustibili di uso domestico, nonostante un rallentamento congiunturale intono a metà febbraio. In generale l`energia costa l`8,9% in più (+8,3% in gennaio). Il pranzo al bar o al ristorante costa oggi il 3,5% in più di un anno fa, e le riparazioni auto il 4,1 per cento. Marcate tensioni stanno poi interessando le tariffe locali (+5,4%) con le bollette per i rifiuti solidi che salgono del 4,9% e i biglietti dei trasporti locali del 4%. Le assicurazioni sui veicoli aumentano del 2,9%. Per l`associazione dei consumatori Codacons i rincari costeranno almeno mille euro in più di spesa l`anno alle famiglie. Il ministro dello Sviluppo economico sottolinea il peso delle mancate liberalizzazioni. “Se fossero state approvate le norme che avevo predisposto sulla distribuzione della benzina, avremmo sicuramente avuto carburanti meno cari – ha sottolineato il ministro –. E se ci occupassimo di più dei prezzi che sono nelle nostre mani, dai medicinali, alla telefonia, alle banche, che gravano sui costi delle famiglia, e vedessimo di continuare in un`operazione di alleggerimento, si potrebbe in parte compensare il caro-petrolio“. Per calmierare gli alimentari la Coldiretti ha chiesto che venga realizzato almeno un farmer market (mercatini gestiti dai produttori agricoli) per ogni Comune italiano, abbattendo i rincari con l`accorciamento della filiera tra produzione e consumo. “Un`ottima idea quella dei mercati degli agricoltori diffusi capillarmente nelle città italiane – ha replicato il ministro delle Politiche agricole, Paolo de Castro –. Le norme ci sono ora devono impegnarsi i Comuni“.
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