L`inflazione cala, ma fare la spesa costa di più
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fonte:
- la Repubblica
A fare i conti in tasca alle famiglie è l`Intesa dei Consumatori, ribadendo all`Istat la necessità di rivedere il paniere sul quale è calcolata l`inflazione ed al Governo di attuare “una politica economica meno creativa.
I dati ufficiali confermano il rallentamento dei prezzi (a luglio l`inflazione in Italia è scesa dal 2,4% al 2,3%), ma per le famiglie italiane la spesa costa sempre di più. Negli ultimi 12 mesi (31 luglio 2003-31 luglio 2004) gli italiani hanno speso 1.612 euro in più rispetto all`anno prima. Si tratta di un rincaro del 6,2% che porta a la spesa media annua a 27.673 euro. A fare i conti in tasca alle famiglie è l`Intesa dei Consumatori, ribadendo all`Istat la necessità di rivedere il paniere sul quale è calcolata l`inflazione ed al Governo di attuare “una politica economica meno creativa, in grado di salvaguardare il falcidiato potere d`acquisto di salari, stipendi e pensioni“.
“Le voci di spesa“ che nell`ultimo anno hanno “subito i maggiori ritocchi“ sono i servizi bancari, i cui costi sono cresciuti del 15,8% con un aggravio di 71 euro attestandosi così a 521 euro dai 450 di un anno prima. Seguono, continua l`Intesa dei Consumatori (Codacons, Adusbef, Federconsumatori ed Adoc), i trasporti: il caro petrolio e l`adeguamento ad un euro dei biglietti di bus e metropolitane, hanno fatto lievitare i prezzi del 10,5% portandoli a 4.420 euro dai 4.000 di luglio 2003. Non va meglio per chi si è ammalato: la voce sanità e salute è infatti rincarata di 139 euro.
La voce abitazione (+3,4% per un totale di 6.204 euro all`anno) e quella consumi alimentari (+4,1% a 5.008 euro in un anno) fanno sì che “per abitare la casa“ servano 936 euro al mese. Quindi “le famiglie italiane spendono in media 418 euro al mese per mangiare, 518 per le spese di abitazione, 368 euro mensili per i trasporti, 124 per sanità e salute, altrettanti per ricreazione e tempo libero, 160 euro ogni 30 giorni in abbigliamento e calzature, 66 euro per l`assicurazione obbligatoria, 43 euro mensili per i costi di gestione di un conto corrente dall`utilizzo medio-basso che contempla 11 operazioni al mese. A tali voci pesanti, che si mangiano il 50-60% dei redditi – aggiunge l`Intesa dei Consumatori – l`Istat assegna pesi del 25-30%, ossia meno della metà“.
L`unica consolazione per le famiglie italiane è che anche nel resto d`Europa la situazione non è molto migliore. Anche l`Olanda, per esempio, non è rimasta esente dai salati rincari dei prezzi provocati dall`introduzione della moneta unica, anche se l`ufficio statistico nazionale (CBS) insiste nel sostenere che si tratta di un`inflazione non reale, ma solo percepita. Sta di fatto che uno studio compiuto dalla rivista “HP/De Tijd“, le cui conclusioni sono state confermate dall`autorevole società di consulting Mercer, dimostra che in realtà i prezzi in Olanda sono aumentati mediamente del 49% dal giorno in cui è entrato in vigore l`euro.
Tra i molti esempi presi in esame, vengono citati il costo di una bottiglia di Chablis (+65%), di una cassa di birra (+21%), di un litro di latte (+17%), dei parcheggi (+39%) e dei taxi (+26%). Anche i biglietti d`ingresso negli zoo, nei musei o nella casa di Anna Frank hanno subito aumenti compresi in una forchetta che va dal 31% al 106%. Mercer ha anche messo in evidenza che ad Amsterdam i prezzi dei ristoranti e degli alberghi sono aumentati del 18% nel giro di un anno. Il CBS è stato comunque costretto ad ammettere che per alcuni generi alimentari come le patate e le uova gli aumenti sono stati salatissimi (+79%), mentre nei parchi di divertimenti la crescita del prezzo dei biglietti è stata del 40%.
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