27 Settembre 2019

Limitare l’ uso dei contanti costerà 4 miliardi allo Stato

Sandra Riccio Nel 2018 le spese pagate dagli italiani con la propria carta di credito hanno raggiunto un conto complessivo di 80 miliardi di euro. Ora il governo punta a mettere in atto misure che scoraggino l’ uso del contante e, per incentivare l’ uso delle carte di pagamento, starebbe pensando a un rimborso su ogni spesa effettuata compreso tra il 2 e il 4%. L’ operazione alle casse dello Stato verrebbe a costare intorno agli 1,6 miliardi di euro, che equivale a circa un punto di Pil del nostro Paese. Il dato è calcolato soltanto sulle transazioni effettuate con le carte di credito. A questo numero va aggiunto anche quanto pagato ogni anno dagli italiani con il bancomat. Le cifre arrivano da Banca d’ Italia che nel 2017 (dato più recente) ha contato poco meno di 114 miliardi di euro in operazioni con carte di debito su Pos. L’ esborso complessivo dalle casse dello Stato per riuscire a frenare l’ uso del contante nel nostro Paese e quindi combattere con più forza il nero e l’ evasione fiscale andrebbe quindi a toccare i quattro miliardi di euro l’ anno. La cifra è comunque vista in progressiva crescita. Stando ai dati rilevati da Osservatorio carte di credito e digital payments di Asso fin, Nomisma e Ipsos, con il contributo di Crif, i pagamenti elettronici nel 2018 sono cresciuti già del 6,8%, in accelerazione rispetto all’ anno precedente. L’ iniziativa riguarderebbe soprattutto le famiglie. Secondo i numeri, l’ anno scorso il numero di carte di credito attive in circolazione in Italia era pari a circa 15 milioni di unità contro i 56,3 milioni di carte di debito, tipo bancomat. La maggior parte delle carte in circolazione è di tipo familiare o personale, solo l’ 8,2% è invece aziendale. Il progetto è ambizioso. In primo piano rimane, però, ancora il tema delle alte commissioni che le banche fanno pagare per ogni transazione agli esercenti. Le tariffe arrivano a toccare anche 1,5 euro per ogni pagamento che i consumatori effettuano attraverso il proprio bancomat in negozio. «Qualsiasi misura per incentivare l’ utilizzo della moneta virtuale e combattere l’ evasione fiscale è positiva, purché non abbia costi a carico dei consumatori e, in generale, della collettività. Ancora oggi molti esercenti e artigiani rifiutano i pagamenti con carta di credito, poiché sulle transazioni elettroniche vigono commissioni ban carie esagerate – afferma Carlo Rienzi, presidente del Codacons -. Proprio per incentivare la diffusione del Pos e permettere ai consumatori di pagare con carta o bancomat anche quando acquistano un caffè o comprano un giornale, è necessario azzerare le commissioni bancarie su tutti i micropagamenti, ossia quelle transazioni per importi inferiori ai 30 euro, evitando così costi ingiustificati a carico degli esercenti che finirebbero per essere scaricati sui consumatori finali. Dall’ altro lato serve prevedere sanzioni pesanti per tutti quegli operatori che rifiutano di accettare i pagamenti con carta, fenomeno ancora estremamente diffuso tra alcune categorie come gli artigiani e tassisti». –

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