LIBIA: ITALIA MEDIA SU ERITREI, ‘TRIPOLI COLLABORA’ /ANSA
-
fonte:
- Ansa
(ANSA) – ROMA, 6 LUG – L’Italia sta mediando con Tripoli per
risolvere la vicenda degli oltre 250 rifugiati eritrei rinchiusi
in un centro di detenzione nel sud del deserto libico. E sono
già arrivati "importanti segnali": la Libia sarebbe pronta ad
una "piena collaborazione". Il Governo si è mosso, dunque, ma
ha preferito "una strada diversa da quella della pubblicità".
I ministri degli Esteri Franco Frattini e dell’Interno Roberto
Maroni, rispondono così, indirettamente, alla richiesta di
intervento del Consiglio d’Europa sulla vicenda dei profughi
eritrei. E respingono le accuse di immobilismo di un’opposizione
che, dicono, assume toni "pressanti e polemici" che corrono il
rischio di rivelare una "prospettiva neocoloniale politicamente
molto scorretta" oltre che "assai controproducente".
La diplomazia è al lavoro, dunque, e secondo l’inviato
speciale di Frattini per le emergenze umanitarie, Margherita
Boniver, "si prospetta un miglioramento della situazione già
nelle prossime ore". Non è escluso inoltre che presto, come
annunciato da Frattini, un diplomatico italiano possa visitare
il centro di detenzione nel quale sono rinchiusi i rifugiati. Un
centro nel sud del deserto libico, nel quale si trovano, secondo
quanto denunciato da alcuni di loro e da diverse associazioni,
in condizioni disperate, senza acqua, cibo e medicinali.
La mediazione italiana, sulla quale il governo riferirà in
Senato, punta a trovare agli eritrei un lavoro lì, in Libia,
"contro il rischio e la paura del rimpatrio", spiegano i due
ministri in una lettera inviata al quotidiano ‘Il Foglio’. Nella
quale sottolineano anche come, ancora una volta, "in questa
partita si misura tutta la fragilità europea": la sorte dei
rifugiati, spiegano, "non può essere risolta sulla sola nostra
e pur privilegiata relazione bilaterale". L’Italia non si è
mai tirata indietro, è intervenuta già in passato anche "in
nome e per conto dell’Europa", sottolineano ricordando la crisi
Libia-Svizzera, ma in questo caso sarebbe necessaria "un’azione
internazionale, capace di coinvolgere l’Onu, le sue agenzie e le
altre organizzazioni internazionali".
A chiedere l’intervento dell’Italia era stata un’altra
lettera, quella inviata il 2 luglio scorso ai due ministri, dal
commissario ai diritti umani del Consiglio d’Europa, Thomas
Hammarberg. Una richiesta di intervento, resa nota solo oggi,
che ha immediatamente scatenato le reazioni dell’opposizione.
Pd, Idv e Udc hanno chiesto al governo di intervenire e di
riferire in Parlamento. Se non lo farà per Roberto della Seta
(Pd) si renderà "complice delle torture contro gli eritrei" e
permetterà "a Gheddafi un massacro", come ha sottolineato
Leoluca Orlando (Idv), mentre Angelo Bonelli dei Verdi ha
chiesto una commissione di inchiesta Onu sulla vicenda. Anche le
associazioni hanno espresso "seria preoccupazione" per la
sorte dei rifugiati eritrei. Il presidente delle Acli Andrea
Oliviero ha chiesto "un deciso intervento del governo" in
seguito alle notizie secondo le quali "dopo i maltrattamenti
subiti nei giorni scorsi, gli oltre duecento cittadini eritrei
sarebbero in pericolo di vita". Il Codacons ha presentato un
esposto alla procura della Repubblica di Roma e il presidente
della commissione permanente della Croce Rossa Internazionale
Massimo Barra ha esortato il governo a rispettare gli
immigrati.(ANSA).
-
Sezioni:
- Rassegna Stampa
-
Aree Tematiche:
- IMMIGRAZIONE E...