22 Febbraio 2015

Liberalizzazioni, le proteste

Liberalizzazioni, le proteste

ROMA. Le liberalizzazioni del ddl Concorrenza rischiano di portare più costi per i consumatori. Lo evidenziano le associazioni a difesa degli utenti, che all’ indomani dell’ approvazione del ddl concorrenza esprimono delusione e criticano diverse novità contenute nel provvedimento. A partire dall’ addio al mercato tutelato dell’ energia, che «rischia fortemente di essere esclusivamente un regalo» alle aziende, avvertono Adusbef e Federconsumatori. E l’ Unione nazionale dei consumatori fa notare che, secondo i dati dell’ Authority, chi è passato al mercato libero ha pagato prezzi superiori del 15-20% rispetto a quello tutelato. Non convince nemmeno il provvedimento sull’ Rc auto, che introduce uno sconto sulle tariffe assicurative per chi installa la scatola nera sulla propria vettura: «Rischia di tramutarsi in una colossale bufala per i cittadini e di determinare costi ben più elevati degli sconti promessi», avverte il Codacons. Adusbef e Fe derconsumatori avvertono inoltre che la norma sulla messa in discussione dei risarcimenti per lesioni alla persona, se attuata, realizzerebbe un forte taglio ai costi alle compagnie a tutto danno degli assicurati. C’ è poi una sorpresa in materia di telefonia: vengono reintrodotte fa notare l’ Unione consumatori – le penali telefoniche per chi abbandona la compagnia telefonica. Risparmi mancati inoltre sul fronte farmaceutico: nel ddl è stata infatti stralciata la norma sulla liberalizzazione della vendita di farmaci di fascia C fuori dalle farmacie e questo calcola Federconsumatori – avrebbe permesso risparmi per circa 42 euro annui a famiglia. Infine la norma sulla portabilità dei contributi pensionistici, avverte il leader Cisl Annamaria Furlan, è un colpo di grazia ai fondi pensione contrattuali e «un grande regalo a banche e assicurazioni». Ed è rischio caos per le norme sui notai: il ddl «tende alla distruzione progressiva di un sistema che attualmente fun ziona perfettamente, dà certezze e sicurezza ai cittadini», avvertono i giovani notai, evidenziando il rischio che questa fetta di mercato vada in mano ai poteri forti che organizzerebbero i servizi legali e professionali in stile «centro commerciale». Un quadro che sembra in linea con quanto avvenuto ad ogni «lenzuolata» di liberalizzazioni in Italia: ad eccezione di medicinali e telefonia, spiega infatti la Cgia di Mestre, nei settori che negli ultimi 20 anni sono stati interessati dal processo di apertura alla concorrenza, i prezzi e le tariffe sono aumentati in misura maggiore dell’ inflazione. Nel campo delle assicurazioni sui mezzi di trasporto dal 1994 a oggi, le tariffe sono aumentate del 189,3%; nei servizi bancari/finanziari le tariffe sono cresciute del 115,6 per cento. Anche i trasporti aerei hanno fatto segnare un incremento tra il 1997 ed il 2014 del 71,7 per cento e i pedaggi autostradali in 15 anni del 69,9 per cento. Dal 2000, anche il settore del trasporto ferroviario è stato aperto alle aziende private: i prezzi dei biglietti sono aumentati mediamente del 58,3 per cento, a fronte di un incremento dell’ inflazione del 33,1. A partire dal 2003, anno in cui ebbe inizio il processo di liberalizzazione, il settore del gas ha subito un ritocco all’ insù del prezzo medio del 43,2 per cento.
 

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