Li chiamano massaggi cinesi ma sostituiscono le case chiuse
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fonte:
- Libero
AZZURRA NOEMI BARBUTO Ristoranti di sushi, servizio di manicure e pedicure, negozi di abbigliamento o di oggettistica varia, saloni di parrucchieri, sartorie per riparazioni, bar e tabaccherie, aperti 7 giorni su 7 e spesso 24 ore su 24. Non c’ è dubbio che i cinesi siano un popolo di grandi lavoratori, ma anche di grandi evasori, dato che il più delle volte ai clienti di tali esercizi commerciali o non viene rilasciata alcuna ricevuta o viene consegnato loro, addirittura, uno scontrino fasullo. Secondo l’ Associazione Contribuenti Italiani, i cinesi in Italia nel 2014 hanno evaso circa 46 miliardi di euro. Ma dove va a finire questo fiume di denaro nero? Sparisce. Cioè viene inviato in Cina attraverso agenzie di money transfert, spesso a nome di cinesi morti, o mai esistiti. Insomma, l’ Italia è il paradiso fiscale dei cinesi; per gli italiani, invece, essa costituisce l’ inferno. Il Belpaese è l’ unico Stato al mondo in cui è richiesta con severità l’ osservazione delle leggi solo ai cittadini italiani, per i forestieri è zona franca. E tra queste norme c’ è anche la legge 20 febbraio 1958, n.75, chiamata Merlin, dal nome della sua promotrice, ossia la senatrice Lina Merlin. Tale norma abolì la regolamentazione della prostituzione, chiudendo le case di tolleranza ed introducendo i reati di sfruttamento, induzione e favoreggiamento della prostituzione. A decenni di distanza dalla messa al bando delle case chiuse siamo passati ai centri di massaggi cinesi, che sorgono come funghi su tutto il territorio nazionale (secondo il Codacons in Italia sarebbero circa 5000 per un giro d’ affari che sfiora i 500 milioni di euro l’ anno), dove oltre al massaggio, che altro non è che una copertura, un escamotage, o un pretesto, vengono offerte ai clienti prestazioni sessuali a pagamento, che vanno dalla masturbazione al rapporto sessuale completo con tariffe tra i 30 (per il massaggio base di un’ ora) ed i 150 euro (da i 10 euro extra per la prestazione minima in su). Ogni tanto assistiamo alla chiusura di uno di questi centri da parte dell’ autorità giudiziaria. Tuttavia, le attività che vengono aperte sono di gran lunga più numerose rispetto a quelle a cui vengono messi i sigilli, rendendo ardua la possibilità per le forze di polizia di monitorarle tutte nonché di vigilare in modo efficace sul fenomeno. L’ ELENCO DEI SERVIZI Ma è altrettanto vero che noi stessi siamo complici silenziosi di ciò che avviene al di là di quelle vetrine fronte strada sempre oscurate mediante cartelloni che sponsorizzano i massaggi offerti alla clientela o immagini di graziose donne orientali. Ed ogni volta, passando davanti a queste attività, che lungo certi marciapiedi del centro città si susseguono una dietro l’ altra, ci chiediamo – increduli – se davvero dentro quei luoghi, da cui ci teniamo ben lontani, dalla mattina alla sera giovani ragazze cinesi vendano il loro corpo esattamente come a pochi passi da lì la panettiera vende il pane. Come se fosse ordinario. Come se fosse niente. No, non è una leggenda metropolitana. Dentro i centri massaggi cinesi prostituirsi è la norma. Ciò che semmai desterebbe scalpore, lasciando perplessa la ragazza che fa l’ elenco dei suoi servizi dopo appena 10 minuti dall’ inizio del massaggio, sarebbe l’ eventuale rifiuto da parte del cliente, che si reca lì in cerca non di un massaggio shiatsu, bensì di soddisfazione sessuale, di puro squallido godimento. Passando davanti ad uno di questi negozi a Milano, ho deciso di entrare per saperne di più. Bisogna suonare un campanello. Mi ha aperto la porta una signora cinese e subito sono stata assalita da un nauseante odore dolciastro, misto a cibo andato a male. Stavo soffocando, ma ho resistito, il tempo di prendere informazioni sui massaggi proposti, i costi, nonché la qualifica delle estetiste. La donna era confusa, interdetta. Era evidente che quel luogo è frequentato solo da uomini e che mai nessuno di questi abbia chiesto qualcosa circa la formazione professionale del personale, più interessato semmai all’ aspetto della sua massaggiatrice. Mentre la signora ripeteva come fosse una cantilena «un’ ola tlenta eulo», si sentivano inequivocabili gemiti provenire dal piano soppalcato. Ed io sono corsa via per respirare. LE RECENSIONI SUI SITI Del resto, persino online è possibile trovare forum che si occupano esclusivamente di questi centri-massaggio, elencandoli uno ad uno, con tanto di indirizzo, foto esterne, indicazione dell’ orario di chiusura (in genere intorno alla mezzanotte, ma anche oltre), descrizione delle ragazze cinesi presenti e relativa recensione delle loro prestazioni sessuali. Uno di questi siti è massaggiohappyending.forumfree.it, in cui risulta molto attivo soprattutto un utente dal nickname Narek, il quale si prende la briga (o il sollazzo) di visitare i centri di nuova apertura o nuova gestione presenti a Milano e provincia, consigliandoli agli altri internauti ed invitandoli a comunicare alla cassa di essere membri della congregazione (ossia utenti del forum) per godere (anche) dello sconto. Insomma, sembra che dietro tale pseudonimo si nasconda la Chiara Ferragni “dè noialtri”, l’ influencer non del fashion, ma del sesso. Meglio se cinese e a pagamento. “Fase romantica”, “falegnameria”, “raiuno”, “raidue con olio”, “esecuzione canora”, con questi e altri nomignoli gli utenti indicano i servizi pagati. Tra una chiacchiera e l’ altra, si parla anche dei rischi per la salute: sono tante le ragazze cinesi che non solo non pretendono l’ uso del preservativo, ma propongono ai clienti di non usarlo, soprattutto in rapporti ad alto rischio, giocandosi l’ esistenza alla roulette russa. Il tutto per qualche spicciolo. Più che “happyending”, cioè “finale felice”, qui si rischia una “brutta fine”. Sembra, insomma, che ci si senta immuni da tutto e non solo dalla legge. Tanta, troppa leggerezza. Quella stessa che può uccidere. I cinesi colti in flagranza di reato, si giustificano sostenendo di non conoscere le nostre leggi. Eppure la legge non ammette ignoranza. O forse sì: a condizione che tu non sia un immigrato. In questo caso – bada bene – è ammesso che tu non conosca le leggi vigenti in Italia e applichi quelle del tuo Paese. O quelle che più ti convengono. Benvenuti in paradiso. riproduzione riservata.
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