17 Gennaio 2006

Lettere anomime ed esposto in Procura

Lettere anomime ed esposto in Procura

Prima una lettera. Poi un`altra. Poi una raffica di e-mail ai giornali, che hanno perfino intasato la posta. Dentro, accuse infamanti: favoritismi nei confronti di studi amici, convenzioni ignorate per far posto a operazioni interessate. È una vera e propria campagna denigratoria martellante, provocata da un forte rancore o da chissà quali altre oscure ragioni, quella scatenata da un ignoto detrattore nei confronti di un dirigente dell`Asl 5. Lui, oggetto di tali attenzioni indesiderate, è una persona molto stimata nell`ambiente medico. Ora ha messo tutto in mano a uno studio legale ed è partito un esposto alla Procura.Il caso è nato una ventina di giorni fa, quando al dirigente è giunta una prima lettera, non firmata, contenente insinuazioni molto pesanti e dettagliate su un suo presunto comportamento poco professionale. In sostanza il medico viene accusato di non aver ottemperato alle direttive regionali in tema di liste d`attesa, ignorando le convenzioni siglate dall`azienda per accedere a prezzi scontati a visite ed esami dell`Asl e incentivando invece il ricorso a studi esterni di propria conoscenza. Concetti ribaditi in una seconda missiva, inviata pochi giorni fa, indirizzata per conoscenza a una decina di referenti provinciali e regionali: al sindaco di Arzignano, all`assessore regionale alla Sanità Flavio Tosi e ai consiglieri di opposizione regionali, alla giunta di palazzo Ferro Fini, alla presidente della Provincia Manuela Dal Lago, al Codacons e perfino alla Corte dei Conti. Infine in una mail, inviata anche ai giornali, vengono fatti anche i nomi degli studi che sarebbero stati favoriti. Anche questa non firmata.Tra i destinatari manca quello più ovvio, vale a dire la Procura. Alla quale ha invece deciso di rivolgersi il dirigente, risoluto a tutelare la propria immagine da una vicenda che sta diventando di dominio pubblico e che è comunque nociva per l`ambiente sanitario. Il sospetto, dati i dettagli contenuti nelle lettere, impossibili da conoscere per un esterno, è che il denigratore possa essere un collega, uno che conosce molto bene la sua “vittima“. Spinto da chissà quali ragioni psicologiche o professionali a una forma di vendetta così tremenda e deleteria.

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