Lenzi in aula: “Sicuro della mia innocenza Ho guardato i giudici diritto negli occhi”
-
fonte:
- Il Resto del Carlino
Ero in aula e ho guardato i giudici diritto negli occhi perché sono sicuro di non avere fatto nulla». È provato l’ex presidente di Carife Sergio Lenzi ma, nonostante la sentenza di ieri che ha visto confermare la sua condanna seppure con una pena ridotta, è deciso ad andare «fino in fondo». Sin dall’inizio del processo sull’aumento di capitale della Cassa (che lo vedeva come principale imputato insieme all’ex direttore generale Daniele Forin), non ha perso un’udienza questo grazie alla incrollabile convinzione di essere estraneo a tutto. Riguardo alla sentenza d’Appello si è detto «di- perché so di essere innocente. Fatte le verifiche sulle motivazioni, valuterò con i miei legali il ricorso in Cassazione». Il pensiero va poi a chi lo ha sostenuto in questo difficile percorso. «Ho trovato la forza di andare avanti nella mia famiglia – ha detto nel conforto avuto da tante persone che hanno capito la mia posizione». Nel merito del dispositivo entrano invece i suoi legali, gli avvocati Massimo Mazzanti e Marina Gionchetti. «Manifestiamo moderata soddisfazione – commentano -. Sicuramente è stato colto un obiettivo difensivo e siamo contenti che siano sfumati tutti i reati legati alla bancarotta, cioè la parte più rischiosa. Ora valuteremo il ricorso in Cassazione». Per Forin, unico altro condannato oltre a Lenzi, parlano i suoi difensori, gli avvocati Livia Chiara Mazzone e Pierfrancesco Fasano. «Una sentenza positiva – è l’analisi -. In particolare perché è stato confermato che la banca non è fallita per colpa del nostro assistito. Dobbiamo leggere le motivazioni ma per ora si può dire che l’assenza della bancarotta e la riduzione della pena ci fanno ben sperare. In ogni caso, del castello accusatorio che ha rovinato la carriera di una persona è rimasto ben poco». Serpeggia invece amarezza tra i difensori della parti civili, risparmiatori e azzerati che a migliaia si sono costituiti a processo. «Un po’ di delusione c’è – commenta l’avvocato Gianni Ricciuti, legale di un centinaio di parti civili con il Movimento per la difesa del cittadino -. Il processo partiva in salita però avevamo speranza, quanto meno per quanto riguarda le chiamate dei responsabili civili. Detto questo, nonostante la pena ridotta, le condanne sono rimaste. Sarà però difficile, con soli due imputati, recuperare le somme».
L’avvocato Bruno Barbieri del Codacons non è stato colto di sorpresa dalla sentenza. «Tutto sommato ce lo aspettavamo – osserva -. Noi avevamo già preparato l’azione civile collettiva nei confronti dei responsabili e di chi ha certificato i bilanci di Carife. Attendevamo l’esito dell’Appello ma ora siamo pronti a partire». L’avvocato Gisella Rossi vede «difficile per le parti civili trovare un riconoscimento del danno subito. Nonostante la condanna, si allontana la speranza di avere soddisfazione da questo processo. Resta l’amaro per una vicenda dai contorni ancora non chiari». Di sentenza dal sapore «dolceamaro» parla infine l’avvocato Antonio Frascerra, responsabile di Confconsumatori Ferrara. «Il fatto che ci sia stata la conferma in Appello è una notizia positiva dichiara -. Ora però si tratterà di fare i conti della praticabilità risarcitoria dei danni subiti dalle parti civili. Su questo fronte la vedo dura. Sicuramente questa sentenza legittima le parti lese a intraprendere una richiesta risarcitoria nei confronti dei condannati ma c’è rammarico per non essere riusciti a coinvolgere Bper quale responsabile civile. troviamo invece ad avere a che fare con il patrimonio dei condannati. Sarà capiente?». Federico Malavasi
-
Sezioni:
- Rassegna Stampa
-
Aree Tematiche:
- BANCA
-
Tags: Bruno Barbieri, carife, Sergio Lenzi