24 Novembre 2014

Legge di stabilità, in arrivo emendamento del governo contro le pensioni d’oro che corregge la riforma Fornero

Legge di stabilità, in arrivo emendamento del governo contro le pensioni d’oro che corregge la riforma Fornero

Matteo Renzi torna all’attacco dei burocrati di Stato. Il governo si appresta a presentare un emendamento per correggere un “buco” della legge Fornero che fino ad oggi permetteva a chi, pur avendo maturato i 40 anni di anzianità entro il dicembre 2011 e potendo quindi andare in pensione con i requisiti pre-riforma, decideva di restare al lavoro versando nuovi contributi e facendo così crescere l’importo dell’assegno anche oltre il tetto fissato dal vecchio sistema retributivo, che garantiva un trattamento più alto ma fissando comunque un limite massimo dell’80% della media degli ultimi stipendi. Con questa “scappatoia”, alcune categorie di lavoratori, come docenti universitari, magistrati e alti funzionari dello Stato, che più frequentemente restano in servizio oltre i tempi di accesso alla pensione, finivano così per incassare un assegno in alcuni casi persino superiore della soglia massima del vecchio regime, di gran lunga già più vantaggioso del sistema contributivo con cui viene ora calcolata la pensione.

Una falla tecnica che – se non sanata – sarebbe costata ai conti dell’Inps almeno 2,6 miliardi di euro entro i prossimi dieci anni, come riportato alcune settimane fa dal Corriere della Sera che per primo aveva messo in luce la questione. L’esecutivo, secondo quanto scrive l’Ansa, vorrebbe quindi porre rimedio all’interno della manovra e avrebbe già sollecitato la ragioneria generale dello Stato, senza successo, per avere una quantificazione più precisa del problema.

L’iniziativa del governo è stata accolta positivamente dal Codacons, che nelle scorse settimane proprio su questo aveva presentato un esposto alla procura di Roma, alla Corte dei Conti e al Tribunale dei Ministri. “La clausola si salvaguardia voluta dall’allora Ministro del lavoro Elsa Fornero – spiega l’associazione in una nota – fissava un tetto alle pensioni più ricche stabilendo che, a partire dal primo gennaio 2012, i lavoratori che pur avendo raggiunto i 40 anni di anzianità decidevano di rimanere in servizio fino ai 70 o ai 75 anni, avrebbero percepito una pensione non superiore all’80% del valore dell’ultimo stipendio. Tale clausola, che di fatto poneva un limite all’importo delle pensioni erogate dall’Inps, è però misteriosamente sparita – denuncia il Codacons – con la conseguenza che circa 160.000 lavoratori che hanno già raggiunto i 40 anni di anzianità, grazie a tale “falla” potranno contare su un incremento progressivo della pensione, il cui importo sarà addirittura superiore a quello dell’ultimo stipendio percepito”.

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