18 Marzo 2009

L’ecatombe senza fine dei bagagli smarriti

Quando il proprio mondo è imbozzolato in una valigia, perderla significa impazzire di rabbia. Come si fa senza il prezioso ricambio di mutande? E lo spazzolino che funzionava alla perfezione? E il sofisticato golfino di cachemire che era un piccolo status e anche un segno d’amore natalizio? Rassegniamoci. Perdere il proprio bagaglio, sballottato da un aereo a un altro, da un nastro trasportatore a una macchina ai raggi X, e poi svanito in uno di quei non-luoghi per eccellenza che sono gli aeroporti, è diventata l’esperienza più normale del mondo. Nessun viaggiatore è più al sicuro. Ecco il dato dell’Auc inglese, che sta per «Air transport users council» ed è l’organizzazione che raccoglie i viaggiatori dei cieli: soltanto nel 2007 sono state perdute 1 milione di valigie. Altro dato: le compagnie aeree dei cinque continenti – e più di tutte le low cost – hanno fatto terribili pasticci con altri 42 milioni di bagagli, spedendoli in posti sbagliati e consegnandoli alle persone sbagliate, inanellando errori e approssimazioni e aggiungendoci anche inutili e umilianti stoccate di burocrazia. Piccola consolazione: tante vittime si sono scoperte involontarie protagoniste di storie tragicomiche, buone da essere raccontate e ri-raccontate. Trasformandosi, così, da tapini in mini-eroi. E’ bene sapere – per chi non se ne fosse ancora accorto – che le compagnie sono sempre più spilorce. Ce ne sono alcune che non tirano fuori più di 20 euro, indipendentemente dai tempi di attesa, mentre un’altra si rifiuta di rimborsare i passeggeri per danni inferiori ai 45. E avete già sentito la storia del passeggero che ha denunciato la scomparsa delle proprie cose, stimando il danno a 1600 euro e vedendosene accreditare 115? E’ una vicenda vera. Così come è autentica quella del surfista, che, dopo aver ritirato la sua tavola da mille euro e averla scoperta danneggiata, si è visto arrivare un assegnino da 95 euro, perché non aveva lo scontrino d’acquisto (in negozio aveva messo piede tre anni prima e – vi sembrerà strano – non aveva più il pezzetto di carta). La situazione – rivela la ricerca dell’Auc – è la peggiore di sempre e indica un trend. C’è anche il caos bagagli a pesare nella crisi attuale. Conclusione: se non ci penserà il disastro dell’economia globale a contrarre il numero dei passeggeri, dei voli e, probabilmente, anche di molte compagnie, i numeri dei «lost for ever» sono destinati ad aumentare. Trenta milioni di bagagli smarriti e ritrovati (non sempre in condizioni accettabili) nel 2005, 36 nel 2006, 42 nel 2007 e addirittura 70 milioni tra un decennio. Che fare? Mentre l’Ue apre un’inchiesta, decisa dal commissario ai Trasporti, Antonio Tajani, c’è chi chiede misure forti.  «Le compagnie sono responsabili della perdita dei bagagli e, quindi, al di là delle norme sull’aviazione che prevedono i rimborsi, devono istituire un fondo per risarcire in automatico gli utenti rimasti senza valigia o che hanno subito ritardi nella riconsegna – intima il presidente del Codacons, Carlo Rienzi -. Troppo spesso gli euro restituiti sono di molto inferiori al danno». Magari succedesse, ma la speranza è l’ultima a morire. Intanto la realtà è un’altra. Crudele. Quella dei bagagli danneggiati tra un volo e l’altro è una questione da 3,8 miliardi di dollari e che colpisce ogni anno decine di milioni di individui. Secondo un’indagine Iata, la sorte del bagaglio è infatti il secondo fattore più importante per un viaggio piacevole. L’avreste mai detto?

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