Le sentinelle della salute
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fonte:
- Il quotidiano della Calabria
PALMI – Come segnala il progetto Agi-Codacons, denominato "Sentinelle della salute", i fatti di cronaca nera occupano sempre più spazio nei programmi che vanno in onda intelevisione. Non c’ è giorno, ora o minuto in cui non ci ritroviamo invasi da dispute televisive relative ai casi di cronaca più diversi, dal rapimento all’ omicidio, dalla scomparsa allo stupro. In qualsiasi momento si accenda la tv, ci si ritrova davanti a veri e propri dibattitia cuipartecipano giornalisti, criminologi, psichiatri e conduttori televisivi che si improvvisano detective, discutendo con eccessivi particolaridi scenedeldelitto, autopsie, armi usate e moventi. Essi si dibattono tra mille teorie e piste da seguire inducendo ilpubblico a fare ragionamenti che non hanno né capo e né coda. Tutto ciò è raccapricciante ed intollerabile. Lo sfruttamento e la trasformazione del dolore in un espediente per fare audience è assolutamente inammissibile. In queste trasmissioni televisive c’ è il desiderio morboso di entrare nella vita dei protagonisti, quasi come fosse un gioco, unodei tanto in voga reality show. Ecco cosa sta diventando la cronaca nera: un reality in cui bisogna giocare ad indovinare il colpevole. Ma spesso ci si dimentica che dietro quelle parole dicircostanza, quei squallidi servizi pieni di frasi fatte e musiche scelte apposta per commuovere la gente, c’ è il dolore vero dei familiari che magari sono anche stufi di vedere la propria vitaprivata e lapropria sofferenza spiattellata in diretta tv davanti a milioni di telespettatori. Ovviamente, il diritto di cronaca rimane sacrosanto, e siamo tutti in dovere di informarci rispetto a ciò che capita nel nostro paese o nel mondo, ma questo non implica l’ ossessiva ricerca di nuovi elementi, né l’ invasio ne del palinsesto televisivo da parte della cronaca nera. Siamo sommersi da queste trasmissioni persino durante i momenti ricreativi come il pranzo o la domenica pomeriggio, momenti in cui ci si dovrebbe rilassare e divertire assieme alla famiglia. Questo perché anche i programmi di intrattenimento, forse per avere qualche punto di share in più, si lancianonel talk show sfoderando i soliti ingredienti tipici di quest’ ultimo. Ci sichiede spessoperchélatvdeldolore attira così tanti telespettatori. Solo perché il palinsesto televisivo non ci offre quasi più altre alternative? Oppure perché in fondo ciascuno di noi ama improvvisarsi investigatore per qualche ora? Un famoso presentatore ha ribadito che i vari dibattiti televisivi incentivano gliinquirentiadimpegnarsidipiù ma,alcontrario, sipuòanchepensare che avere centinaia di telecamere e microfoni puntati in cerca di scoop non sia affatto di aiuto per quanto riguarda le indagini. Potrebbe esserlo per quanto riguarda i casi irrisolti (cosiddetti "cold-case") che grazie all’ aiuto della televisione potrebbero essereriapertiemagaririsolti,maappare per certi versi assurda quest’ os sessionepericasidelmomento, come sta accadendo adesso per l’ omicidio di Melania Rea, ecome èaccadutoinprecedenzaper la morte della piccola Yara Gambirasio e per il giallo di Sarah Scazzi. Casi ormairelegatiin un triste dimenticatoio dopo essere stati sfruttati fino all’ ultimo da quel frullatore mediatico chiamato televisione.
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