8 Agosto 2007

Le Poste nel mirino dell`Antitrust

Le Poste nel mirino dell`Antitrust
PER GLI ACCORDI DI FORNITURA CON ALCUNE PICCOLE SOCIETÀ

Le Poste finiscono nel mirino dell`Antitrust per abuso di posizione dominante. L`Autorità garante della concorrenza e del mercato ha deciso di avviare un`istruttoria nei confronti dell`ex monopolista accusato di limitare l`attività degli operatori concorrenti sui mercati dei servizi liberalizzati ma anche su quelli di prossima apertura come i servizi di posta ordinaria, le raccomandate e la consegna dei pacchi. Secondo l`Antitrust gli accordi di fornitura stipulati a partire dal dicembre 2000 e fino al gennaio 2007 con i concorrenti precedentemente titolari di concessione di servizi postali potrebbero addirittura configurare “una strategia unitaria di Poste mirante a estendere e rafforzare la propria posizione dominante“. Che cosa è successo? Dopo l`apertura del mercato, Poste italiane avrebbe firmato una serie di contratti capestro con le piccole società concorrenti sfruttando la propria posizione di dominio e aggirando così le nuove regole del mercato. A rimetterci sarebbero stati ancora una volta i consumatori. Il meccanismo è descritto dall`Autorità che ha sottolineato come il decreto legislativo 261 del 1999, attuativo della direttiva comunitaria di progressiva liberalizzazione dei servizi postali, ha paradossalmente sottratto al mercato alcuni servizi, precedentemente offerti, oltre che da Poste, da una pluralità di operatori titolari di concessione nella prestazione di servizi relativi alla posta ordinaria e raccomandata. Ma dopo e l`entrata in vigore del decreto, Poste è entrata in azione stipulando con circa 70 ex concessionari contratti per esternalizzare una serie di servizi rientranti nell`ambito della riserva legale. Tuttavia, grazie al potere contrattuale di gran lunga maggiore questi contratti appaiono fortemente squilibrati a suo favore e vincolano complessivamente l`attività degli ex concessionari, riducendone fortemente la capacità competitiva. Secondo l`Autorità mirano in realtà a ridurre l`autonomia imprenditoriale degli ex concessionari, indebolendoli in vista della completa liberalizzazione del 2011. A maggio Poste ha anche emanato un bando accompagnato da clausole di esclusiva, che impedisce alle agenzie di recapito di offrire i propri servizi ad imprese concorrenti dell`operatore dominante. Insomma secondo le conclusione dell`Autorità, l`insieme dei comportamenti di Poste appare in grado di limitare sensibilmente l`attività degli ex concessionari, e per questa via di alterare le condizioni di concorrenza attuali e potenziali nell`offerta di servizi. L`intervento di ieri dell`Antitrust è stata accolto con favore dalle associazioni a tutela dei consumatori che tuttavia hanno lamentato il forte ritardo con cui l`Autorità è intervenuta ma anche i tempi lunghi della procedura che porterà a un responso soltanto nel maggio del 2008. Massima fiducia sull`esito positivo dell`accertamento è arrivata dall`azienda: “Attendiamo con serenità l`esito dell`istruttoria avviata dall`Antitrust“ ha detto ieri l`ad di Poste italiane, Massimo Sarmi. L`azienda “ha sempre rispettato le regole del mercato, della concorrenza e della tutela del consumatore“. Per il Presidente del Codacons, Carlo Rienzi, l`Autorità deve costringere le Poste ad aprire la rete di raccolta, altrimenti il gruppo manterrà sempre la propria posizione di dominio.

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