9 Aprile 2011

“Le ordinanze? Modificarle non basta, servono leggi”

«Le ordinanze? Modificarle non basta, servono leggi»
 

«Fino all’ inizio della prossima settimana le nostre ordinanze resteranno attive, poi saranno ridefinite» . E’ il sindaco Gianni Alemanno a chiarire cosa accadrà dei provvedimenti contro la vendita per asporto di bevande alcoliche, la prostituzione su strada, l’ abusivismo commerciale, l’ accattonaggio, i writer, il decoro, i lavavetri. Un primo passo del Campidoglio dopo la sentenza della Consulta che l’ altro ieri ha ritenuto illegittimi i provvedimenti dei cosiddetti «sindaci-sceriffo» . «La sentenza, che secondo me è distaccata dalla realtà, deve essere interpretata -sottolinea ancora Alemanno -, il principio generale fissato deve essere verificato ordinanza per ordinanza, perché la sentenza è stata pronunciata su provvedimenti molto estremi presi da un piccolo comune. Ora tutti gli altri stanno vedendo come rimodularli. Noi -aggiunge il sindaco -andremo a ridefinire le ordinanze per farle rientrare nella categoria di quelle consentite dalla Corte Costituzionale» . Ma la decisione dei giudici della Consulta è anche l’ occasione per Alemanno di rilanciare le richieste al Parlamento di intervenire con leggi che regolino le materie affrontate finora solo con le ordinanze. «Non ci possiamo permettere buchi nelle regole e nelle norme di questa città, anche se chiediamo al Parlamento di fare subito provvedimenti -sottolinea ancora il sindaco -: da un anno e mezzo chiedo una legge contro la prostituzione in strada che ci permetta di avere un indirizzo chiaro rispetto alcuni reati di strada. Questo provvedimento è urgente, possiamo controllare la situazione per alcuni mesi, ma il Parlamento ci deve venire subito in soccorso» . Intanto però le ordinanze attuali saranno applicate ancora per qualche giorno. La Prefettura, come ipotizzato in un primo momento anche dal Campidoglio, per il momento non avrebbe intenzione di intervenire sull’ argomento. E quindi, almeno per questo fine settimana, resterà in vigore il provvedimento anti-alcol nel centro storico, dalle 23 alle 6 del mattino. «Ma stiamo studiando interventi tampone con l’ Avvocatura dello Stato: ci deve aiutare a capire la portata del pronunciamento della Corte. Solo così potremo rimodulare le ordinanze e non creare vuoti di carattere normativo» , dice ancora Alemanno che vuole anche «sollecitare il governo e il Parlamento alla definizione di nuove leggi specifiche con l’ introduzione di nuovi reati: prostituzione in strada, degrado e decoro. Ad esempio, credo che non sia possibile accamparsi ovunque» . Ma fra le prime conseguenze della sentenza della Consulta c’ è il rischio di una valanga di ricorsi da parte soprattutto di commercianti e utenti della strada che nei mesi scorsi sono stati multati, e che adesso potrebbero appellarsi proprio alla decisione della Corte Costituzionale. Il Codacons, ad esempio, precisa che «è evidente che ora tutte le persone multate in base a queste ordinanze, come i clienti delle prostitute, hanno diritto a vedere annullate le sanzioni comminate. Inoltre i comuni non potranno più procedere a emanare nuovi verbali di accertamento per questo tipo di infrazioni» . Il Codacons, sottolineano ancora dal Coordinamento, «aveva già denunciato come molti di questi provvedimenti fossero illegali ed incostituzionali. L’ ultima occasione è stata quando il ministro dell’ Interno Roberto Maroni aveva annunciato di voler applicare addirittura la misura del foglio di via per le prostitute che violavano le ordinanze. E’ , infatti, di tutta evidenza che un sindaco, fino a che non cambierà la Costituzione vigente, non può sostituirsi al Parlamento italiano, stabilendo una sanzione per qualcosa che è legale in tutto il resto d’ Italia. Se, quindi, il Parlamento non vieta la prostituzione in strada con una apposita legge, un sindaco non può decidere di multare clienti o prostitute» , conclude il Codacons. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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