20 Febbraio 2019

Le multe di Antitrust e un esercito di vittime

milano. È una storia controversa quella dell’ affare diamanti. Che coinvolge centinaia di persone rimaste vittima del raggiro. Una storia che, al di là dell’ aspetto penale emerso con evidenza in queste ore, aveva già attirato l’ attenzione dell’ Antitrust e delle associazioni dei consumatori, scese in campo a tutela degli investitori. In particolare, nell’ ottobre 2017 Antitrust aveva multato per più di 15 milioni di euro le due società venditrici di diamanti, IDB (Intermarket Diamond Business) e DPI (Diamond Private Investment), e quattro banche accusate già all’ epoca di aver venduto a prezzi gonfiati le loro pietre a ignari clienti, spacciandoli per investimenti sicuri e senza informare dei rischi reali e dell’ impossibilità di rivendere i preziosi acquistati. L’ Antitrust aveva definito le pratiche commerciali sulla vendita delle pietre «gravemente ingannevoli e omissive». Le banche sanzionate erano Intesa San Paolo, Unicredit, Monte dei Paschi di Siena e Banco BPM, assieme alle due società Idb e Dpi. All’ elenco degli istituti di credito poi s’ è aggiunta Banca Aletti.Contro la multa di Antitrust le società avevano presentato ricorso al Tar del Lazio. Ma lo stesso tribunale, con 5 sentenze del novembre 2018, aveva confermato sanzioni per 12,3 milioni sia alle banche sia agli intermediari, per pratiche commerciali considerate «scorrette». Secondo l’ Antitrust l’ affare diamanti aveva una «prospettazione omissiva e ingannevole» verso i consumatori ed era stato rilevato anche l’«aggravamento delle condizioni per il diritto di recesso». Ora Altroconsumo, Movimento difesa del cittadino e Codacons sono al lavoro per chiedere giustizia per tutti coloro che sono rimasti coinvolti. —

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