30 Novembre 2011

Le famiglie tagliano un mese di spesa  

Le famiglie tagliano un mese di spesa
 

ROMA Rinunciare ad un mese di spesa. In sintesi è questo il prezzo che pagano le famiglie a reddito fisso a causa dei salari in stallo e dei prezzi al consumo in continua crescita. Il calo del potere d’ acquisto infatti, si traduce per i nuclei familiari in una diminuzione della propria capacità di spesa che oscilla tra i 300 ed i 400 euro, a seconda del reddito. La stima arriva da Federconsumatori e Adusbef che sottolineano come questa perdita corrisponda, in concreto, «a circa un mese di spesa alimentare di una famiglia (calcolata in base ai dati Istat)». Un’ altra conseguenza del difficile momento che il Paese si trova ad affrontare. «La crisi e le manovre economiche hanno colpito duramente le famiglie a reddito fisso determinando ripercussioni gravissime sul loro potere di acquisto, del -3,8/-3,9% secondo le stime dell’ Osservatorio Nazionale Federconsumatori», osservano le due associazioni, aggiungendo che «questa drammatica situazione emerge anche dai dati diffusi ieri dall’ Istat» (il divario salari-prezzi è salito a ottobre all’ 1,7 punti percentuali). L’ Osservatorio ha calcolato le ricadute per una famiglia media (di 2,5 componenti) monoreddito: nel caso il reddito percepito sia di 1.500 euro al mese la diminuzione del potere di acquisto è pari a 312 euro l’ anno; nel caso il reddito percepito sia di 2.000 euro al mese la diminuzione del potere di acquisto è invece pari a 408 euro l’ anno. «È come se, a causa della caduta verticale del potere di acquisto, ogni famiglia a reddito fisso avesse dovuto rinunciare complessivamente a un mese di spesa alimentare», sottolineano i presidenti delle due associazioni, Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti. «Una situazione allarmante, che avrà gravi conseguenze non solo per le famiglie stesse, ma anche per l’ intera economia – concludono – Si rendono quanto mai urgenti, quindi, misure tese a rilanciare la domanda di mercato e non a deprimerla, come fatto finora con aumento dell’ Iva». E se, qualche giorno fa, Confartigianato aveva già annunciato che le tredicesime degli italiani saranno mangiate dal caro bollette, ora anche Codacons e Altroconsumo fanno previsioni fosche sul Natale. Carlo Rienzi, presidente del Codacons parla di «Natale magro». I settori più a rischio, quelli che i consumatori decideranno di tagliare negli acquisti delle festività, sono «il comparto abbigliamento e calzature, quello dei viaggi, il settore profumeria ed estetica, in calo anche le spese per libri, cd e ristoranti». Altroconsumo poi rivela che un secondo un sondaggio di Prestiti.it un italiano su tre chiederà un prestito per far fronte alle spese natalizie. Il 61% degli intervistati chiederà un finanziamento per comprare i regali, il 30% per la settimana bianca, il 9% per il cenone di Capodanno. La cifra richiesta (dal 54%, soprattutto uomini) è superiore a 2mila euro, e a guidare la classifica delle regioni c’ è il sud con la Campania, seguita da Calabria e Sicilia.

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