Le famiglie più indebitate i conti correnti si svuotano
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fonte:
- La Sicilia.it
Roma. Salgono i prestiti, soprattutto quelli alle famiglie, salgono anche i tassi, ma scendono i depositi mentre le sofferenze rimangono stabili. Questo il punto della situazione fatto da Bankitalia nel supplemento al Bollettino e dedicato a moneta e banca. Ecco i dati. A gennaio, i prestiti bancari al settore privato sono aumentati del 4,8% su base annua, rispetto al 3,6% di dicembre 2010. Il credito alle famiglie è salito al 5%, ma la raccolta del settore privato registra un calo dell’1,7% su base annua. I tassi sui mutui sono saliti dal 3,18% di dicembre al 3,36% di gennaio, mentre i depositi a risparmio rendono intorno allo 0,70%.
Questi i numeri, dai quali risulta che il denaro per le famiglie costa di più (sono saliti i tassi sul credito al consumo, oltre quelli sui mutui). Va notato che i tassi sui mutui sono al livello più alto da dicembre 2009. Non è necessario essere economisti per vedere una serie di fenomeni. Le famiglie italiane, le famose "formiche", non sono più in grado di risparmiare, anzi attingono ai loro risparmi per la spesa quotidiana, per mantenere e difendere il tenore di vita acquisito.
Le stesse famiglie non depositano volentieri soldi in banca, perché il loro rendimento è basso, mentre è diventato rischioso anche l’impiego in titoli del debito sovrano. C’è una liquidità abbondante, che viene impiegata per operazioni azionarie di breve termine o, preferibilmente, per l’acquisto di beni-rifugio, in primo piano gli immobili e poi anche l’oro, pur se in Italia manca una tradizione a investire in preziosi. In termini più semplici, gli italiani tendono a salvare il salvabile e quindi ad affidarsi alla liquidità primaria, nella speranza che passi la nottata e si torni a condizioni più favorevoli. Secondo l’opposizione, i dati della Banca d’Italia sono allarmanti, perché riguardano direttamente uno dei pilastri della nostra economia. Se il risparmio delle famiglie si riduce, ci sarà una ulteriore flessione dei consumi. Inoltre, l’Italia stava negoziando con l’Ue la questione del debito pubblico, basandosi sulla teoria che il deficit è elevato per lo Stato, ma basso per i privati per l’abitudine delle famiglie ad evitare debiti, esclusi i mutui casa. I parametri di Maastricht avrebbero dovuto essere riveduti di fronte alla situazione globale del debito-Paese: alto per lo Stato, quasi inesistente per le famiglie.
Il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo, prevede che le richieste di prestiti bancari aumenteranno da parte di famiglie e imprese, i conti e depositi bancari si assottiglieranno, mentre si prospetta un aumento dei tassi. I consumatori temono un rincaro dei tassi in seguito all’aumento annunciato dalla Bce per aprile prossimo, in funzione di lotta all’inflazione. Per il Codacons, un eventuale aumento dei tassi si tradurrebbe in un forte rischio per le famiglie. Almeno 30 mila avrebbero difficoltà a pagare mutui più cari, quindi si dovrebbe impostare da subito un decreto per concedere alle famiglie in nuove difficoltà una moratoria dei pagamenti, come si era già fatto nel recente passato.
Si abbassa la soglia delle famiglie a rischio, che tocca ora la fascia media, cioè piccoli commercianti e artigiani. Sotto accusa anche il sistema bancario, che penalizza i risparmiatori, mediante rincari diffusi sulle commissioni, fino a far pagare il ritiro di contante agli sportelli, una operazione che viene compiuta più spesso dagli anziani che non hanno familiarità con il bancomat. Sul banco degli imputati, oltre le banche, il governo, per il ritardo di quel progetto di riforma fiscale di cui si parla ancora da anni e sempre rinviato.
Paolo R. Andreoli
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