12 Febbraio 2019

Le difese vanno all’ attacco: «Ben altre le cause del dissesto»

I COMMENTI Possibile che tutto questo, l’ operazione di aumento di capitale ritenuta dai giudici irregolare, sia stato causato solo da due persone, Lenzi e Forin, le uniche condannate? Dario Bolognesi, difensore assieme ai legali Briola e Vesce di Filippini e Sette, risponde in modo diretto: «Ho sempre sostenuto che il processo che doveva accertare le ragioni del fallimento della banca non era questo, e non a caso Forin e Lenzi sono stati assolti dalla bancarotta: diciamo, secondo quanti i giudici hanno indicato, che l’ aumento di capitale si poteva fare meglio e non è stato correttamente informato il pubblico, ma sono ragioni ben diverse dal dissesto della banca: sarebbe stato molto grave una condanna di bancarotta e ritenere responsabili queste persone di un dissesto che ha altre cause e altri soggetti». «Siamo soddisfatti per quanto riguarda le posizioni dei nostri assistiti, e leggeremo se la motivazione ripercorrerà i nostri argomenti su cui abbiamo sempre creduto». Anche Gabriele Casartelli, difensore di Spartaco Gafforini di Valsabbina non ha dubbi «Il tribunale ha deciso in modo coerente con le risultanze processuali e nel pieno rispetto di quanto emerso dagli atti. La sentenza riflette una lettura attenta degli elementi sottoposti ed è una sentenza giusta». Stessa fiducia nelle proprie argomentazioni difensive da parte dell’ avvocato Gianluigi Bezzi per Valsabbina: «all’ esito delle prove, eravamo e restiamo danneggiati – spiega – eravamo convinti di questo e i giudici ne hanno preso atto in quanto non vi è mai stato nessun concorso in bancarotta tra noi e Carife». Bancarotta sulla quale pende un’ altra inchiesta: «Un altro processo? Speriamo venga fatto al più presto», gli fa eco Giorgio Gallico, uno dei difensori mentre al suo fianco il collega Alessandro Melchionda lapidario sulla sentenza: «Meglio di così per le difese non poteva andare». Non soddisfatti, ovviamente, i legali di Lenzi: pur non rilasciando commenti sulla condanna, al dubbio se sia possibile che Lenzi e Forin abbiano fatto tutto da soli, spiegano: «Un dubbio anche per noi, si guardi poi alla pena ridotta da 7 anni a 2 e mezzo», lapidaria Marina Gionchetti. Michele Ciaccia, per il collega Giovanni Ponti, di cui rappresentava la difesa di Masini per Deolitte& Touche, non ha dubbi: «I giudici hanno escluso qualsiasi responsabile civile», lasciando fuori ovviamente da ogni pretesa di risarcimento, banche e la società di revisione, appunto. I legali delle parti civili, vanno oltre la sentenza e guardano al futuro: «Ci aspettavamo di più, questa sentenza rende più difficile il recupero dei risparmi dei nostri assistiti rammenta Gianni Ricciuti ». Così anche Vincenzo Bellitti che si sofferma sulla assenza delle provvisionali per le parti e sulle associazioni consumatori accolte come soggetti da risarcire: Codacons, Movimento Difesa cittadini, Federconusmatori, Adusbef, Confconsumatori. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

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