2 Maggio 2021

“Le chiediamo di adeguarsi”. Fedez pubblica la telefonata della Rai

 

di Francesca Galici La partecipazione di Fedez al Concertone del Primo maggio ha fatto molto rumore. Tutto è iniziato nel pomeriggio, prima che il rapper salisse sul palco della cavea dell’auditorium parco della Musica di Roma, quando è iniziata a circolare la voce che la Rai avrebbe chiesto al cantante di inviare il testo del suo discorso. Pare che ci sia stato un lungo tira e molla a quel punto, che ha visto Fedez spuntarla sulla Rai. Quindi il marito di Chiara Ferragni è salito sul palco, ha cantato i due pezzi in programma e poi ha iniziato il suo discorso puntando il dito proprio sulla Rai, accusando l’azienda di censura. La Rai ha smentito con una nota di aver voluto censurare l’artista e in risposta a questo Fedez ha pubblicato la telefonata intercorsa con i vertici di Rai3.
L’attacco di Fedez alla Rai

“È la prima volta che mi succede di dover inviare il testo di un mio intervento perché venga sottoposto ad approvazione politica. Approvazione che, purtroppo, non c’è stata in prima battuta o meglio, dai vertici di Rai 3 mi è stato chiesto di omettere dei partiti e dei nomi ed edulcorarne il contenuto. Ho dovuto lottare un pochino ma alla fine mi hanno dato il permesso di esprimermi liberamente”, ha attaccato Fedez tramite una storia su Instagram. Il cantante è quindi salito sul palco attorno alle 21.30 e la prima parte del suo discorso è stata dedicata proprio alla telefonata. Ripetendo quanto già scritto nella sua storia, il cantante ha poi proseguito: “Mi assumo tutte le responsabilità di ciò che dico e faccio, sappiate però che il contenuto di questo intervento è stato definito dalla vice direttrice di Rai3 come ‘inopportuno'”.
La replica della Rai

Immediata la replica di Rai3, che in una nota si difende: “È fortemente scorretto e privo di fondamento sostenere che la Rai abbia chiesto preventivamente i testi degli artisti intervenuti al tradizionale concertone del Primo maggio per il semplice motivo che è falso, si tratta di una cosa che non è mai avvenuta”. La nota, quindi, prosegue: “Né la Rai né la direzione di Rai3 hanno mai operato forme di censura preventiva nei confronti di alcun artista del concerto: la Rai mette in onda un prodotto editoriale realizzato da una società di produzione in collaborazione con Cgil, Cisl e Uil, la quale si è occupata della realizzazione e dell’organizzazione del concerto, nonché dei rapporti con gli artisti. Il che include la raccolta dei testi, come da prassi”.
La telefonata

Al termine della sua esibizione, Fedez ha deciso di pubblicare il video della telefonata. “Francamente, non mi sarei mai aspettato che da parte della Rai arrivasse una smentita rispetto a quello che è accaduto ieri”, ha anticipato il cantante prima di condividere la telefonata. Fedez, poi, prosegue: “Sono stato chiamato dalla vicedirettrice di Rai3 e dai suoi collaboratori, che mi hanno detto parole come ‘devi adeguarti ad un sistema’ oppure ‘I nomi che fai non puoi dirli’ e una serie di altre cose. Tutto questo dopo aver mandato il testo previa approvazione da parte loro, che già questo è assurdo di per sè. Ora è una cosa che non mi piace e avrei voluto evitare di fare, però nel momento in cui mi si dà del bugiardo mi vedo costretto a pubblicare la telefonata”.

In linea teorica, Fedez non avrebbe potuto rendere pubblica la telefonata e, inoltre, nel video pubblicato su Twitter sono presenti alcuni tagli. Il rapper, però, in mattinata ha dichiarato la sua disponibilità di mettere “a disposizione la registrazione integrale della telefonata agli organi competenti della Rai”. Non dei social, però. Nel video Fedez è visibilmente alterato mentre la voce dall’altro capo del telefono gli spiega che la parte del monologo incentrata sul ddl Zan in cui vengono fatti nomi e cognomi con l’attribuzione di frasi molto forti “non è editorialmente opportuno in quel contesto…”. Concetto che Fedez non accetta: “Io sono un artista, io salgo sul palco e dico quello che voglio e mi assumo le responsabilità di ciò che dico”. Il cantante ha sostenuto la veridicità delle parole da lui riportate. Il suo interlocutore, quindi, ha replicato: “Le sto chiedendo soltanto di adeguarsi ad un sistema che lei probabilmente non riconosce…”.

La discussione telefonica prosegue sul concetto di contesto, che per l’interlocutore non è corretto per simili affermazioni mentre il cantante sostiene che lui dev’essere “libero di dire il c… che voglio, non lo stabilisce lei cosa posso o non posso dire”. Nella telefonata è intervenuta anche la vicedirettrice di Rai3, che ha ribadito quanto detto poco prima dal suo collaboratore, negando la censura della Rai. Ma Fedez ha continuato sulla sua linea. Il video si conclude con una frase di Fedez: “Sono imbarazzato per voi”.
L’intervento del Codacons

Il Codacons è intervenuto nella polemica, ponendo l’accento su due questioni. “La prima è l’ingiustificabile tentativo di censura che la Rai ha opposto all’intervento del rapper, la seconda è l’immensa pubblicità occulta alla Nike fatta dal palco del concertone attraverso lo stesso Fedez, in palese violazione delle norme a tutela dei consumatori”. L’associazione dei consumatori, quindi, ha annunciato ” un esposto ad Antitrust e Commissione di vigilanza Rai affinchè sia aperta una inchiesta volta a sanzionare chi ha permesso a Fedez di realizzare, attraverso il concerto del primo maggio e gli schermi Rai, un mega spot pubblicitario a favore della Nike, di cui il rapper indossava un cappellino con il marchio ben in vista”. Il Codacons, quindi, spiega che si tratta di “una pubblicità occulta ancor più grave se si considera che la Nike è stata più volte associata al fenomeno dello sfruttamento del lavoro in paesi sottosviluppati, e la pubblicità al marchio ad opera di Fedez è avvenuta nel corso di un evento dedicato proprio alla difesa dei diritti dei lavoratori”.

Infine, nel suo comunicato, il Codacons riferisce che si rivolgerà alla Commissione di Vigilanza Rai per chiedere “di sanzionare l’illecito tentativo di censura in merito all’intervento del rapper, non solo assurdo se si considera il contesto del concertone, ma che ha finito per amplificare il messaggio pubblicitario in favore della Nike. Il Codacons infine rivela il testo di una canzone pubblicata da Fedez nel 2011, il cui contenuto appare chiaramente omofobo ed offensivo verso i gay, e che sembra dimostrare il doppio salto carpiato compiuto dal rapper, passato in poco tempo da testi omofobi a difensore del ddl Zan”.

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