Le carte false del pullman della strage
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fonte:
- Il Fatto Quotidiano
Il certificato di revisione era completamente falso. E l’ inchiesta si allarga alla motorizzazione di Napoli. Il pullman che 10 mesi fa precipitò dal viadotto Acqualonga, sull’ autostrada A16, causando la morte di 40 passeggeri, la revisione non l’ aveva mai superata. O meglio: non l’ aveva mai fatta. Eppure contava ben 800 mila chilometri sul tachimetro. Duemila li aveva percorsi nelle ultime settimane, con un viaggio a Medjugorje, prima che il 28 luglio scorso, in autostrada, si staccasse il sistema di trasmissione, provocando la rottura dell’ impianto frenante. Il pullman precipitò nel vuoto. Sfondando le barriere. Nei mesi scorsi, il pm di Avellino , Adriano Del Bene, ha disposto una perizia grafologica sui documenti del pullman. E così è arrivata la scoperta – rivelata ieri da Il Mattino – sul certificato di revisione che, secondo gli inquirenti, è un falso a tutti gli effetti. PER L’ ACCUSA – coordinata dal procuratore capo Rosario Cantelmo – s’ è verificata una vera e propria violazione del sistema informatico della Motorizzazione civile di Napoli. E non è detto che sia l’ unica. Anzi. Il sospetto è che esista un vero e proprio mercato di certificazioni contraffatte. Il documento presentato dalla società proprietaria del pullman datava la revisione nel 26 marzo 2013. Invece, secondo l’ accusa, l’ atto “veniva compilato successivamente, in quanto privo sia del primo foglio, contenente la domanda di prenotazione, sia l’ attestazione del pagamento della tassa governativa, di euro 45, nonché riportante, quale data di prenotazione, il 19 marzo 2012, anziché quella risultante dal protocollo delle operazioni (19 luglio 2012) dell’ ufficio della motorizzazione di Napoli”. A firmare il documento, Vittorio Saulino, funzionario tecnico della motorizzazione civile di Napoli, indagato con l’ assistente amministrativo Antonietta Ceriola. L’ accusa ha ricostruito che è stato Saulino ad apporre “la propria firma , nonché la data del 26 marzo 2013, sul documento attestante l’ avvenuta revisione con esito regolare”. Ed entrambi “attestavano falsamente in un atto pubblico fatti dei quali l’ atto è destinato a provare la verità”. LA SCOPERTA più interessante, per la procura, è il sistema adottato dai due indagati: “La Ceriola, utilizzando le proprie credenziali di accesso al sistema informatico del Ced del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, inseriva i dati relativi all’ autobus, inerenti all’ esito regolare della revisione”. E così il pullman di Gennaro Lametta passò una revisione senza che nessuno analizzasse il mezzo. Il Codacons – per voce del suo presidente Carlo Rienzi – ha definito la vicenda “sconcertante”: “Chiediamo al ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, di avviare una revisione straordinaria di tutti i pullman turistici operanti nel nostro Paese”.
di antonio massari
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