10 Aprile 2005

Le bollicine della discordia

Le ?bollicine? della discordia

Il ministero ribadisce: decisione presa per «tutelare la salute del consumatore»

ROMA ? Ora sono diventate le «bollicine» della discordia. La Fipe (federazione pubblici esercizi) non ci sta a mettere al bando «la vendita sfusa del bicchiere di minerale», e chiede che sia «corretta» l`interpretazione del decreto secondo la quale dal 19 luglio l`acqua minerale potrà essere venduta «solo» in confezioni sigillate. A parere della Fipe non è vero che non si potrà più avere un semplice «bicchiere di minerale» nei bar o nei ristoranti. Sempre secondo gli esercenti il decreto si limiterebbe soltanto a consentire ai produttori di acqua minerale «l`imbottigliamento in contenitori più piccoli di quelli attualmenti in commercio». Una tesi, quella dei gestori dei pubblici esercizi, che fonti del ministero delle Attività produttive (il ministro Marzano ha firmato il decreto) ha «corretto» a sua volta specificando che le confezioni di minerale dovranno essere vendute sigillate e potranno essere di diversa misura: da 125 cc, 250 cc, 330 cc, 500 cc, un litro o superiori. Il ministero, quindi, conferma che a partire da metà luglio non si potrà più vendere un «singolo bicchiere di minerale» preso da una bottiglia già aperta. Sarebbe la fine, ad esempio, dell`abitudine di molti di consumare la tazzina di caffè accompagnata dal bicchiere di minerale. Le fonti minesteriali hanno specificato che la decisione è stata presa per «tutelare la salute del consumatore», e per evitare nuovi casi di avvelenamento accidentale come è accaduto in passato. In effetti la cronaca negli ultimi anni ha dovuto registrare molteplici casi di persone che hanno subito lesioni o ustioni per aver bevuto sostanze caustiche servite per errore nei bar o ristoranti. Con le bottiglie sigillate e facilmente identificabili ciò non dovrebbe più accadere. Le associazioni dei consumatori (a cominciare dal Codacons) hanno accolto con favore il decreto (meglio l`interpretazione del decreto) che vieta la vendita sfusa dell`acqua minerale. «Con le nuove norme verrà garantita maggiore sicurezza ai consumatori e si eviteranno spiacevoli episodi di somministrazione di sostanze tossiche al posto dell`acqua», hanno affermato. Le associazioni dei consumatori, però, temono che il passaggio alle nuove regole possa avere un contraccolpo negativo. Per cui hanno chiesto che «l`operazione non deve avere costi a discapito delle tasche dei cittadini e occorre vigilare affinché i prezzi dell`acqua minerale restino invariati». Una richiesta che difficilmente potrà essere esaudita. È di tutta evidenza che il costo di una minibottiglia monodose da 125 cc finirà con l`essere maggiore di un bicchiere preso da una bottiglia da due litri. Ne deriverà che il consumatore, il quale non vorrà rinunciare al bicchiere di minerale, dovrà acquistare una bottiglietta e quindi a pagare di più. Su questo aspetto si è soffermata Rifondazione comunista la quale ha chiesto a gran voce il ritiro del decreto affermando che «la tutela della salute dei cittadini è con tutta evidenza un pretesto per incrementare i profitti delle multinazionali delle bollicine». A questo punto sarebbe opportuno che il ministero delle Attività produttive intervenisse in modo ufficiale per chiarire quale sia «l`interpretazione vera del decreto». Poi. forse, non resterà che seguire il suggerimento del Codacons: «Ritornare all`acqua di rubinetto, spesso migliore a quella minerale». Insomma, l`unica cosa certa è che nessuno potrà mai imporre di mettere in bottiglia un rubinetto.

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