LAZIO, ACQUA ALL’ARSENICO: IL CODACONS CHIEDE LA SOSPENSIONE DEL CANONE ACQUA NEI 91 COMUNI NON A NORMA
Il canone relativo alla fornitura di acqua potabile deve essere immediatamente sospeso nei 91 comuni del Lazio dove i valori di arsenico e di altre sostanze nocive non sono a norma con le direttive europee.
Questa la richiesta lanciata oggi dal Codacons, che in tal senso ha inviato una formale diffida alle 91 amministrazioni comunali coinvolte.
“La presenza di arsenico e di sostanze tossiche nelle acque oltre i limiti fissati dall’Unione Europea, rappresenta un grave inadempimento da parte dei Comuni nei confronti dei cittadini – spiega il Presidente Codacons, Carlo Rienzi – Appare quindi ovvio come, alla luce della recente decisione della Commissione Ue che ha bocciato la deroga richiesta dall’Italia, le amministrazioni comunali non possano più chiedere ai cittadini il pagamento del canone sull’acqua, laddove i parametri sulle sostanze nocive non siano a norma con quanto disposto dalla legge”.
“Chiediamo ai sindaci dei 91 comuni laziali di sospendere sul proprio territorio il pagamento dei tributi relativi all’acqua potabile, fino a che i valori di arsenico non rientreranno nei limiti di legge – prosegue Rienzi – Resta ferma la possibilità per i cittadini che per anni hanno consumato acque non a norma, di citare in giudizio le amministrazioni comunali, chiedendo di essere risarciti per i rischi alla salute corsi, e rimborsati per i canoni acqua pagati”.
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