23 Agosto 2009

L’autovelox cambia regole

Stop agli abusi dei Comuni

«Bene la direttiva Maroni, in linea con le nostre richieste. Positivo il fatto che la gestione delle apparecchiature sia ora possibile solo per la polizia stradale e non per le società private, un punto di svolta rispetto al passato». Carlo Pileri, presidente dell’Adoc, l’associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori, sintetizza così quello che si può ben considerare l’umore di molti automobilisti colpiti e rimasti vittima – non sempre in maniera trasparente elegittima – dalle pesanti sanzioni dell’autovelox.  Ma tutto questo non basta, per dare uno stop all’autovelox selvaggio questa misura «è insufficiente, per non dire ripetitiva» rilancia il Codacons, che boccia la direttiva del Viminale. Per l’assocazione dei consumatori «è un bene che a gestire questi dispositivi siano soltanto le forze dell’ordine, escludendo l’appalto a società private. Ma non basta». La direttiva del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, con cui si rivoluziona la normativa per la gestione degli autovelox fa pesantemente discutere. Le misure sono forti: stop quindi alla gestione degli autovelox a società private. Mai più pattuglie nascoste per la rilevazione della velocità. Massima tutela della privacy. Sono alcuni dei contenuti della direttiva del ministro dell’Interno, «volta a garantire – spiega – un’azione coordinata di prevenzione e contrasto dell’eccesso di velocità sulle strade, emanata proprio a ridosso dei rientri dalle vacanze». La direttiva firmata dal ministro, inviata inoltre ai prefetti e agli organi di polizia stradale, mira a disciplinare l’utilizzo degli strumenti di controllo della velocità ispirandosi a criteri di efficienza e trasparenza. L’obiettivo è la prevenzione sulle strade, in vista del traguardo fissato dalla Commissione europea di dimezzare entro il 2010 il numero delle vittime per incidenti stradali. La direttiva affida ai prefetti il compito di monitorare sul territorio il fenomeno della velocità e di pianificare le attività di controllo, avvalendosi del contributo delle Conferenze provinciali permanenti, dove sono rappresentati tutti i soggetti pubblici interessati alla materia. In particolare, dovranno essere individuati i punti critici per la circolazione dove si registrano più incidenti e dovrà essere previsto il diffuso impiego della tecnologia di controllo remoto, che consente il controllo di tutti i conducenti che passano in un determinato tratto di strada con contestazione successiva della violazione. Ma le reazioni sono tutte di prudenza, pur accogliendo con soddisfazione i primi interventi. «I cittadini – spiegano i consumatori dell’Adoc – hanno pagato troppo spesso l’uso speculativo che i Comuni stessi fanno dell’autovelox per intascare soldi dagli automobilisti, spesso anche abbassando i limiti di velocità preesistenti». Come accaduto recentemente sull’ultimo tratto dell’autostrada Roma-Fiumicino, su cui è stato installato un autovelox, precedentemente tolto, proprio sul cartello segnalante il limite di velocità. Limite che è stato recentemente modificato e abbassato. Secondo il presidente dell’Adoc era «una situazione confusionaria, che ha intrappolato centinaia di automobilisti, che hanno ricevuto una richiesta di pagamento dai Comuni per multe elevate quattro anni e mezzo fa, o addirittura già pagate. Ma i consumatori vanno oltre: è necessario e urgente – sostengono – che venga istituita una commissione al ministero degli Interni, in cui siano presenti rappresenti dei consumatori del Cncu, o presso le prefetture, che convalidi i limiti di velocità decisi dai Comuni e dia l’autorizzazione agli stessi per i luoghi dove possono essere posizionati gli autovelox. Anche se- conclude- sulla rete autostradale, sarebbe preferibile estendere l’uso del tutor, sistema più democratico e obiettivo».

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