L`aumento dei prezzi? Una mazzata per le massaie
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fonte:
- La Gazzetta del Mezzogiorno
«Hanno detto che li bloccano fino al 31 dicembre, ma non serve. Ormai sono arrivati alle stelle»
E il Movimento Consumatori avverte: ci sono molti sistemi per risparmiare, con una spesa accorta
Barletta. «Qui si parla tanto di blocco dei prezzi ma io vedo che gli alimentari aumentano ogni giorno di più nei negozi come sulle bancarelle dei mercati». Si sfoga così Concetta Dicandia e attorno le amiche annuiscono rincarando la dose delle proteste: «Fare sciopero qualche giorno fa non è servito a niente e le cose invece di migliorare peggiorano», spiega ancora la signora Concetta.
Non sono dello stesso avviso i distributori: «Il nostro gruppo ? spiega Luigi Peschechera dell`Ipa Sud – appartiene alla Faid una delle quattro organizzazioni che hanno aderito all`invito del Governo di congelare i prezzi. In realtà questa è una operazione che già da tempo avevamo avviato. Per quanto riguarda i nostri centri, 150 in Puglia e Basilicata e cinque a Barletta, già da maggio ci siamo resi conto del problema e abbiamo bloccato i prezzi. Tale politica è stata adottata anche per le merci di largo consumo come l`olio o i pelati, pur non sapendo come andranno le campagne agricole di questi prodotti».
Anche il gruppo Mega con sede a Trani, che conta una decina di supermercati a Barletta, fa sapere che da circa due anni adotta una politica di prezzi ribassati non solo sui prodotti a marchio proprio ma anche su altre merci tutte di ottima qualità. Manterrà il blocco dei prezzi fino al 31 dicembre e a questo provvedimento vanno aggiunte le offerte: in questo caso si tratta di ulteriori ribassi, sia pure occasionali.
Ma cosa ne pensano le associazioni che difendono i consumatori? «Finalmente il Governo si è accorto che esiste il problema – dichiara Francesco Logoluso responsabile della Codacons di Barletta – mentre prima pareva ignorarlo completamente. A tale proposito la nostra posizione, come quella dell`Intesa consumatori che raccoglie più realtà in questo settore, parte da due osservazioni. La prima è che il congelamento dei prezzi riguarda le grandi catene di distribuzione, in pratica solo il dieci per cento del totale della distribuzione. Pertanto occorrerebbe bloccare i prezzi anche della piccola distribuzione. La seconda considerazione riguarda la possibilità di aprire un tavolo di contrattazione per incidere sui prezzi lungo tutta la filiera: dal produttore al consumatore. Basti pensare che sugli alimentari di largo consumo sono stati registrati ricariche del 500 per cento. Per quanto riguarda le iniziative a livello locale siamo nati di recente e ci stiamo organizzando: al momento siamo in contatto con la sede regionale per vedere di fare qualche iniziativa che possa incidere sul territorio».
In linea con quanto espresso in modo colorito da diversi consumatori è il parere della coordinatrice regionale del Movimento Consumatori, Rossella Miracapillo. «I provvedimenti tampone, come quello annunciato dal Governo, lasciano sempre il tempo che trovano: bloccare i prezzi su una manciata di prodotti della grande distribuzione non incide minimamente sul recupero del potere di acquisto dei cittadini, che è già abbondantemente risicato. Bloccare i prezzi già alti a chi giova? Questi provvedimenti avevano ragion d`essere alla vigilia o nel periodo immediatamente successivo all`ingresso dell`euro».
«E` indispensabile che il cittadino – prosegue Miracapillo – difenda da solo il proprio potere d`acquisto adottando accorgimenti sulla spesa, essendo oculati, adottando comportamenti durevoli nel tempo. Il Governo invece dovrebbe avviare attività di controllo sui meccanismi della formazione dei prezzi, dei beni come delle tariffe. Non bastano accordi trimestrali sui prezzi al consumo e non servono gli scioperi, ma proposte concrete e operative. Pertanto invitiamo i cittadini a seguire semplici e pratici consigli come evitare di acquistare merce in negozi che non abbiano i prezzi esposti; fare sempre un elenco della spesa da effettuare; acquistare ricariche di detersivi o saponi liquidi; salumi e formaggi sfusi che costano meno di quelli confezionati».
«Una spesa accorta, infine – dice Miracapillo – non esclude una spesa socialmente responsabile. Un suggerimento è quello di privilegiare i prodotti del commercio equo e solidale. Spesso alcuni di questi prodotti costano quanto quelli industriali ma si è certi che abbiamo aiutato le persone che li producono a vivere più dignitosamente».
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