18 Aprile 2017

Latte, da domani è Doc

Latte, da domani è Doc
scatta l’ obbligo di indicare sulla
confezione il paese di provenienza della materia prima per i prodotti
derivati, a partire dai formaggi

ROMA – Da domani scatta in Italia l’ obbligo di indicare in etichetta su tutte le confezioni dei prodotti lattiero-caseari, l’ origine delle materie prime in maniera chiara, visibile e facilmente leggibile. E questo per latte, burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini a base di latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale. Stop quindi niente più inganni per i consumatori: ogni confezione dovrà portare ben leggibile la scritta che evidenzia la provenienza del latte, da «Origine del latte: Italia» oppure «Latte di paesi Ue» e così via. L’ obbligo dell’ indicazione in etichetta arriva a tre mesi dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto firmato dai ministri delle politiche Agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, in attuazione del regolamento Ue n.1169/2011. «È una svolta storica che permetterà di inaugurare un rapporto più trasparente e sicuro tra allevatori, produttori e consumatori», commenta il ministro Martina, «stiamo lavorando per estendere l’ obbligo dell’ origine in etichetta anche ad altre filiere, a partire da grano, pasta e riso. Spingeremo con forza affinché questo modello si affermi a livello europeo». Passando ai fatti, da domani le etichette di tutte le confezioni di latte e prodotti lattiero-caseari devono indicare il nome del Paese in cui è stato munto il latte e quello in cui è stato condizionato o trasformato. Qualora il latte o il latte utilizzato come ingrediente sia stato munto, confezionato e trasformato nello stesso Paese, l’ indicazione di origine può essere assolta con una sola dicitura: «Origine del latte: Italia». Se le fasi di confezionamento e trasformazione avvengono nel territorio di più Paesi ma diversi dall’ Italia, possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: «Latte di Paesi Ue» se la mungitura avviene in uno o più Paesi europei; «Latte condizionato o trasformato in Paesi Ue», se queste fasi avvengono in uno o più Paesi europei. Se le operazioni avvengono fuori dall’ Ue, invece la dicitura è «Paesi non Ue». Sono esclusi dall’ obbligo di origine in etichetta solo i prodotti Dop e Igp che hanno già disciplinari relativi anche all’ origine e il latte fresco già tracciato. L’ etichetta di origine era molto attesa per questi prodotti proprio perché l’ Italia, come ricorda la Coldiretti – che ha fortemente sostenuto il provvedimento e che definisce il nuovo obbligo «un momento storico per il made in Italy» -, è il più grande importatore di latte nel mondo; basti pensare che 3 cartoni di latte Uht su 4 sono di fatto stranieri, come anche la materia prima della metà delle mozzarelle. Positivo anche il commento di Codacons, che chiede anche di estendere l’ etichetta d’ origine a tutti i prodotti alimentari e di bloccare anche il «semaforo», «sistema chiesto dalla lobby delle multinazionali».
 

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