Latte all`itx, Nestlè: tutta colpa di tetra pak
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fonte:
- Trentino extra
ROVERETO. Primo round interlocutorio tra famiglia “stressata“ dallo scandalo del latte all`Itx e la Nestlè. I genitori della bambina chiedono 2500 euro per l`angoscia patita. La multinazionale ha però già scaritato ogni responsabilità sulla Tetra Pak, multinazionale svedese dell`imballaggio, fornitrice degli involucri “contaminati“. Nestlè chiede anche che la causa venga spostata a Roma, dove il Codacons ha istruito un`analoga causa a un giudice di pace. I legali del Codacons rispondono che in ogni caso la responsabilità di Nestlè sarebbe quella di non aver impedito che le confezioni di latte contaminate venissero ritiratre dal mercato una volta riconosciuto il problema (le prime conferme di laboratorio risalirebbero ad agosto 2005, qualche mese precedente il fatto contestato). Si tratta delle prime schermaglie legali, è pur vero, ma per l`ufficio legale del Codacons, che patrocina la famiglia, il fatto che la Nestlè non abbia fatto orecche da mercante e si sia anzi presentata a giudizio in un comune di provincia è un fatto positivo. Certo, la multinazionale svizzera non bada a spese quando c`è da tutelare l`onorabilità del proprio marchio. Non per nulla ha scomodato per l`occasione tre grossi studi legali di Milano (Fava, Martini e lo studio di Guido Alpa, nientemeno che il presidente dell`Ordine nazionale avvocati), i quali hanno scelto come domiciliatario per Rovereto lo studio Tezzele. Il giudice Daniela Longo si è presa una settimana di tempo per sciogliere la riserva sulla competenza: dovrà decidere se accogliere o meno le richieste di Nestlè, che sarebbe certo più contenta di raggruppare la causa roveretana con quella di Roma. Per questo motivo non è stata ancora messa in calendario la prossima udienza. Significativo però, se non altro per intuire la futura strategia della multinazionale agroalimentare, che tra le eccezioni preliminari i legali di Nestlè abbiano subito scaricato ogni responsabilità alla ditta che fabbrica gli involucri sotto accusa, la Tetra Pak, appunto. Una sfida tra colossi, perchè anche la Tetra Pak, che ha imposto al mondo il materiale che porta il nome dell`azienda, non scherza quanto a mezzi. Il responsabile delle relazioni esterne di Tetra Pak Italia, Omar Pignatti, da noi interpellato, spiega: “Non ci risultano consumatori che si siano rivolti a noi chiedendo danni. C`è stata solo una causa di Adiconsum, poi ritirata dalla stessa associazione di consumatori dopo due udienze al tribunale di Reggio Emilia. Ad oggi, non sappiamo nulla della causa nata a Rovereto. Siamo dispiaciuti se una famiglia ha patito stress per via della campagna di stampa contro l`Itx. Va però detto che i prodotti Nestlè contestati erano confezionati in Olanda dalla stessa multinazionale, che utilizzava fogli di Tetra Pak prodotto anch`esso in Olanda. L`Itx è stato dichiarato non genotossico, non dannoso per la salute umana, sia dall`Istituto superiore della sanità sia dall`Ente farmacologico europeo. Ugualmente, fin da novembre 2005 Tetra Pak ha scelto di non utilizzarlo più nei suoi prodotti“. Per ora comunque non si è entrati nel merito dei fatti. Che risalgono all`autunno dello scorso anno, quando una famiglia roveretana che da qualche tempo somministrava alla propria figlia il latte Mio Cereali è sobbalzata sulla poltrona, davanti al Tg: quello stesso latte, come anche Nidina 1 e Nidina 2, altri prodotti Nestlè per l`infanzia, risultava contaminato dall`Itx (Isopropyl thioxanthone, una sostanza chimica usata per fissare le scritte sugli involucri alimentari). La famiglia chiede 2500 euro di risarcimento non per il danno in sè quanto per il “patema d`animo“, cioè la preoccupazione per la salute della figlia.
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