«L’inchino? Rituale accettato dagli armatori»
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fonte:
- Il Mattino
«Mare e cielo, cielo e mare. Immaginate una nave da crociera che naviga 5-10 miglia lontana dalla costa? L’ inchino fa parte dello spettacolo, quando ci si avvicina alla terraferma i crocieristi scattano in pochi minuti migliaia di foto». Sorrento, Ischia, Procida, gli agenti di viaggio non hanno dubbi: «L’ inchino va fatto in sicurezza, ma va fatto, vietarlo sarebbe assurdo, basta seguire con precisione le direttive della Capitanerie di porto». Tutti prendono le distanze dall’ azzardo della «Costa Concordia» davanti all’ isola del Giglio; nessuno, però, si sente di sposare le crociate che da più parti avanzano contro un rito che ha origini antiche e che, senza strafare, consente a migliaia di persone di ammirare le bellezze della costa dal mare. E lo sanno bene gli armatori, tutti gli armatori, che lasciano fare e in qualche caso – come è capitato proprio alla Costa – si compiacciano quando anche a terra si crea entusiasmo per il passaggio della nave. Fino a poche ore fa proprio sul sito della Costa, ad esempio, compariva una nota di elogio per questa pratica, svolta dalla «Costa Concordia» il 30 agosto 2010 dallo stesso comandante Schettino e accolta con applausi, striscioni, musica trombette e vuvuzelas, a bordo di motoscafi, pescherecci, natanti di ogni genere. La nota ora è stata tolta dal sito, ma resta il fatto che la compagnia ben sapeva che la Concordia usava fare l’ inchino. Insomma, come si vede, non erano certamente gli inchini a creare dissapori tra Schettino e il suo armatore. «Non esistono zone restrittive in Campania, anche perché il buon senso e le regole di navigazione ? spiega il contrammiraglio Domenico Picone, direttore marittimo della Campania – impediscono manovre sconsiderate tipo quella di avvicinamento estremo alle coste. L’ unica che ci risulta – ha ricordato Picone – è quella istituita molto tempo fa nella zona della Penisola Sorrentina dove non è permesso alle navi di avvicinarsi a meno di 500 metri dalla costa a meno che non siano dirette all’ ancoraggio nella rada di Sorrento». Indagini sui pericoli e punizioni dei colpevoli, invece, invoca il Codacons che chiede di sapere quali sono stati i comportamenti delle autorità marittime in occasione dei passaggi sotto costa delle navi. Una precisa accusa alla Costa la muove il parlamentare Ermete Realacci, in una interrogazione ai ministri dei trasporti, dell’ ambiente e della difesa. Il responsabile della green economy del Pd rileva che «dal sistema internazionale di controllo della navigazione risulta che la Concordia in passato aveva effettuato ben 52 inchini troppo vicini alla costa. Nessuno degli organismi preposti, però, fino alla tragedia di venerdì scorso, ha mai rilevato, denunciato e quindi vietato questi anomali e pericolosissimi cambiamenti di rotta. Una mancanza di controllo gravissima». © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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