26 Agosto 2015

L’appello del Codacons. «Servono più controlli, incidenti non isolati»

L’appello del Codacons. «Servono più controlli, incidenti non isolati»

«UNA BAMBINA di sei anni è morta a Imola uccisa da un cancello che le è caduto addosso mentre stava giocando nel cortile di un’ azienda agricola. Il Codacons, pur non volendo intervenire nel merito della dinamica dell’ incidente, sul quale si pronuncerà la Procura, evidenzia come tragedie di questo tipo non siano fatti isolati dovuti a circostanze fortuite ed eccezionali». Anche l’ associazione che tutela i consumatori torna sul drammatico incidente di lunedì sera in cui ha perso la vita la piccola Elena Spisni. «Incidenti di questo tipo – sostiene l’ associazione in una nota – accadono troppo di frequente per poter essere considerati imprevedibili. Non se ne parla solo perché non sempre si hanno conseguenze fatali». «IL PROBLEMA è che in Italia mancano del tutto i controlli e in pochi fanno manutenzione in modo costante: si chiamano i tecnici solo dopo che si è verificato un guasto, ossia quando è troppo tardi – denuncia il presidente Carlo Rienzi -. Specie se i manufatti sono pesanti e lunghi occorre affidarsi a professionisti esperti sia per la loro costruzione che per la loro manutenzione. Ad esempio, quando il portone supera un certo peso non bastano più dei cardini fissati al muro con tasselli, ma occorre cementare il tutto. Nel caso di cancelli scorrevoli, poi, le sollecitazioni e le vibrazioni incessanti si ripercuotono sui perni di tenuta verticale e sulle ruote che scorrono nel binario a terra. Se poi le vibrazioni aumentano, perché provocate manualmente da qualcuno, il rischio caduta, in casi di mancata manutenzione, è altissimo». Il Codacons chiede, quindi, controlli sulla sicurezza dei cancelli, specie se di scuole o strutture aperte a minori di anni 14 ed una campagna pubblicitaria a cura del Governo sulla sicurezza dei bambini, affinché simili tragedie non si ripetano piu. «Ricordiamo che per l’ Organizzazione Mondiale della Sanità gli incidenti domestici rappresentano nei Paesi sviluppati la prima causa di morte per i bambini», concludono dall’ associazione.

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