L’Antitrust multa Trenitalia: pochi posti sul Roma-Napoli
- fonte:
- Il Mattino
A ricorrere sono state a gennaio le associazioni dei consumatori Codacons e Federconsumatori. Dopo sei mesi di istruttoria, l’autorità della concorrenza, l’Antitrust, ha condannato Trenitalia a pagare un milione di euro per violazione del codice di consumo. Nei mesi tra gennaio e febbraio scorso, la società avrebbe violato i diritti degli abbonati delle linee dell’Alta velocità tra Roma e Napoli e tra Roma e Caserta. Una decisione severa, legata alla riduzione dei posti e delle linee nella seconda ondata della pandemia. IL MERITO Gli abbonati alle linee dell’Alta velocità di Trenitalia sono in prevalenza pendolari al lavoro a Roma. Utilizzano l’opportunità di acquistare un pacchetto di biglietti in anticipo a costo ridotto. Possibilità non concessa da Italo, concorrente di Trenitalia. Il problema è nato con la pandemia e la riduzione dei posti disponibili, per il divieto di affiancare i passeggeri nei sedili. Ne è derivato un calo di offerta, con riduzione delle corse. Cosa contestavano le associazioni dei consumatori? Le difficoltà dei pendolari, in possesso degli abbonamenti acquistati in precedenza,a trovare posto sui treni dopo il taglio dell’offerta. La contestazione formale dell’Antitrust è stata di «non aver predisposto, nel corso dei mesi di gennaio e febbraio 2021, con riferimento alla tratta Roma-Napoli un numero di posti tali da soddisfare la domanda dei pendolari in possesso di un abbonamento, con conseguenti disagi a tale tipologia di utenza». LA DECISIONE La norma violata da Trenitalia, secondo l’Antitrust, è l’articolo 20 del codice del consumo. La società sarebbe stata poco diligente nel valutare il movimento reale di passeggeri nella tratta Roma-Napoli, la più affollata. Per osservare le regole del distanziamento, sui treni è stata ridotta nel 2021 la disponibilità di posti fino al 70-80 per cento. La domanda, invece, è diminuita solo del 30-40 per cento. «In sostanza sono stati venduti nel periodo in esame un numero di abbonamenti percentualmente triplo rispetto alla capacità di trasporto disponibile sulla tratta» scrive l’authority. Il primo giorno critico è stato l’8 gennaio 2021, con difficoltà scaturite anche dalle difficili previsioni dei posti disponibili per l’abitudine diffusa tra i pendolari a non cancellare le prenotazioni non utilizzate. L’Antitrust ha però deciso la sanzione perché, do-po l’avvisaglia dell’8 gennaio, Trenitalia non ha introdotto correttivi e questo dimostrerebbe «carenza di diligenza nella gestione dell’offerta sotto tale specifico profilo». L’entità della sanzione variava da 5mila e 5 milioni di euro secondo la gravità e la durata della violazione.La quantificazione finale è stata di 2 milioni, ridotta a un milione «per la grave perdita economica di Trenitalia nell’esercizio 2020». La società ferroviaria ha preso atto della decisione firmata dal presidente dell’Agcm, Roberto Rustichelli con relatore il professore Michele Ainis. Commentando poi: «Si conferma di aver adottato tutte le misure necessarie a soddisfare correttamente le esigenze della clientela pendolare, tenuto conto delle restrizioni dovute alla pandemia».
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