La tentata truffa sulla depurazione
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fonte:
- La Sicilia
È stata fissata per il 17 luglio prossimo l’ udienza preliminare per sette persone accusate della tentata truffa che sarebbe stata compiuta da vertici di Ato idrico, Caltaqua e dirigenti regionali sul “sistema della depurazione” in provincia di Caltanissetta. Secondo l’ accusa, l’ ammontare della tentata truffa è di quasi 23 milioni di euro. Sul banco degli imputati il prossimo mese siederanno il nisseno Salvatore Giuliana ,44 anni, di Caltaqua, il dirigente regionale Vincenzo Emanuele (61 anni, di Palermo), il nisseno Angelo Martorelli (63 anni) dirigente dell’ area tecnica dell’ Ato idrico nisseno, l’ attuale direttore generale dell’ Arpa Lazio, Marco Lupo, 49 anni, già dirigente generale del dipartimento dell’ Acqua e dei Rifiuti (Assessorato regionale dell’ Energia e dei servizi di Pubblica Utilità), il dirigente regionale Giusto Ingrassia, di 62 anni. E ci sono anche l’ ex presidente dell’ Ato idrico Giuseppe Federico, gelese di 55 anni, e l’ avv. Ferdinando Maurelli di 67 anni che è stato commissario liquidatore dello stesso Ato.Una mega indagine da parte del Noe Carabinieri di Palermo e del nucleo di polizia tributaria Gico della Guardia di Finanza di Caltanissetta, coordinati dai pubblici ministeri Luigi Leghissa e Simona Russo. Con l’ inchiesta, oltre alla tentata truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, si contestano anche i reati di frode nelle pubbliche forniture e di rifiuto o omissione di atti d’ ufficio. Sono stati rilevati anche diversi casi di inquinamento.La richiesta di rinvio a giudizio è composta da circa 900 pagine (con ben 29 capitoli) nelle quali la Procura nissena ricostruisce tutto il sistema della depurazione in 18 comuni della provincia nissena ed in particolare su oltre 30 impianti di depurazione e lo scarico fognario nel comune di Delia. Diverse sono le fonti di prova che la Procura ha in mano. Dalle intercettazioni telefoniche, alle ispezioni presso i depuratori della provincia di Caltanissetta (ci sono gli esiti dei prelievi e delle analisi dei reflui di scarico) e alla documentazione acquisita dai militari negli uffici regionali di Palermo, presso l’ Ato idrico nisseno e presso Caltaqua. La magistratura inquirente, per “blindare” la mega indagine ha dato mandato anche a diversi consulenti (ben otto) che nelle relazioni hanno riscontrato le anomalie. Un team di sei consulenti si è dedicato alla gestione dei depuratori gestiti da Caltaqua e l’ inquinamento che avrebbero causato.Quando l’ indagine è iniziata (nel 2013) c’ erano tanti sospetti ed i militari del Nucleo operativo ecologico di Palermo hanno iniziato ad annotare le tante anomalie che, con il trascorrere del tempo, sono state confermate dai consulenti della procura. Quello che inizialmente poteva sembrare un sospetto per gli inquirenti è diventata una conferma tant’ è che solo la richiesta di rinvio a giudizio, con i singoli episodi contestati e relative imputazioni è di circa 900 pagine. Un faldone enorme che ora il pool di difesa delle sette persone (sono gli avv. Walter Tesauro e Michele Ambra per Giuliana, Cataldo Gualtiero per Federico e Maurelli, Giovanni Rizzuto per Emanuele, Giuseppe Dacquì per Martorelli, Ugo Colonna per Lupo, Stefano Polizzotto e Rossana Ingrassia Strano per Ingrassia) dovranno analizzare per poi decidere in sede preliminare la strategia da portare avanti in un eventuale dibattimento. Parti offese nel procedimento sono il Ministero dell’ Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Diciotto comuni (su 22 della provincia), quelli di Acquaviva Platani, Bompensiere, Caltanissetta, Campofranco, Delia, Marianopoli, Mazzarino, Milena, Montedoro, Mussomeli, Niscemi, Resuttano, Riesi, Santa Caterina Villarmosa, Serradifalco, Sommatino, Sutera e Vallelunga Pratamento. E ci sono anche il Codacons rappresentato dall’ avv. Giuseppe Ursini ed il Codacons Sicilia rappresentato dall’ avv. Giovanni Perrone.Laura Mendola.
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