La super perizia sulla funivia
- fonte:
- La prealpina
VERBANIA – L’incidente incidente probatorio sulla funivia precipitata si farà: le parti sono convocate l’8 luglio a Verbania. Il gip Elena Ceriotti ieri ha depositato l’ordinanza ordinanza con la quale ha accolto la richiesta dell’avvocato avvocato Marcello Perillo, difensore del caposervizio della funivia Stresa-Mottarone Gabriele Tadini, l’unico unico degli indagati agli arresti domiciliari. Alla richiesta, datata 3 giugno, si era associato l’avvocato avvocato Pasquale Pantano, difensore del gestore dell’impianto impianto Luigi Nerini, mentre la Procura si era opposta. L’incidente incidente probatorio altro non è che una perizia che assume il valore di prova già durante la fase delle indagini preliminari e che viene quindi “cristallizzata” in vista del successivo processo. Nella richiesta, l’avvocato avvocato specifica che la perizia dovrà far luce sulle cause della rottura della fune trainante, del blocco dei freni di emergenza e l’analisi analisi di tutti i rottami presenti al Mottarone. Il giudice ha nominato come perito il professor Antonio De Luca dell’Università Università Federico II di Napoli, riservandosi altre nomine nell’arco arco di una settimana, e ha convocato le parti per il conferimento dell’incarico incarico. Oltre ai tre indagati – Tadini, Nerini e il direttore di esercizio Enrico Perocchio – potranno partecipare con i propri legali anche i famigliari delle quattordici vittime e del piccolo Eitan, unico sopravvissuto, oltre al Codacons. Da qualche anno a Verbania dopo un lungo periodo a Varese, il gip Ceriotti è subentrata in corsa – in quanto ritenuta dal presidente del Tribunale Luigi Montefusco «titolare di ruolo per tabella» – alla collega Donatella Banci Buonamici, che aveva invece deciso, da “supplente” (in quanto Ceriotti era stata esonerata fino al 31 maggio dalle funzioni di gip), sulla convalida dei fermi, scarcerando due dei tre indagati. Ceriotti ha rigettato le deduzioni presentate dal procuratore capo Olimpia Bossi che si era opposta alla richiesta di incidente probatorio, giudicandola «intempestiva e prematura» e chiedendo un differimento di almeno due mesi per poter proseguire con le attività del consulente tecnico del pm e individuare altri potenziali indagati che avrebbero diritto di partecipare alla perizia. Ceriotti osserva, invece, che la richiesta è ammissibile e che il gip non ha margini di discrezionalità nella decisione. Rileva inoltre che «non possono indurre alla reiezione della richiesta, come vorrebbe il pm nelle sue deduzioni, ragioni di opportunità rappresentate dalla mancata individuazione, allo stato, di tutti i soggetti, oltre ai tre odierni indagati, nei confronti dei quali le indagini in corso potranno fare emergere eventuali profili di responsabilità». Soggetti che, «una volta identificati, avrebbero titolo per partecipare all’esecuzione esecuzione delle operazioni peritali o agli accertamenti tecnici del pm». In buona sostanza, se anche dalle indagini, soprattutto dai complessi accertamenti sui vari profili in materia di gestione, manutenzione e sicurezza dell’impianto impianto, dovessero emergere altre persone potenzialmente responsabili, ciò non impedirebbe loro di partecipare alla perizia con un proprio esperto. Domani, invece, le parti saranno in Procura per il conferimento dell’incarico incarico al perito per gli accertamenti irripetibili su cellulari, pc e supporti informatici sequestrati.
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