5 Novembre 2019

La Sicilia s’ inventa il micro-taglio: via solo il 9%

Il taglio dei vitalizi in Sicilia? Sì, ma “a modo nostro”. Dove per “nostro” si intende alla maniera della maggioranza di centrodestra, supportata per l’ occasione dal Partito democratico, che insieme proprio a Forza Italia ha presentato un ddl per ricalcolare i vitalizi per gli ex deputati dell’ Assemblea regionale con percentuali di taglio ben lontane da quanto richiesto dallo Stato. Dopo mesi di meline e barricate (“Il taglio non lo faccio, se l’ Ars lo vuole mi sfiduci”, aveva detto il presidente dell’ Assemblea Gianfranco Micciché), oggi la commissione ad hoc che si occupa dei vitalizi potrebbe dare il via libera al testo Pd-Forza Italia, che andrebbe così in Aula. In Sicilia però, a differenza di quanto previsto dalle altre Regioni e dalle norme che hanno ridotto gli assegni alla Camera e al Senato, non ci sarà alcun ricalcolo integrale secondo il sistema contributivo, ma un mini-taglio lineare vicino al 9 per cento. Risultato: invece che risparmiare circa 8 milioni sui 18 erogati ogni anno, se passasse il ddl l’ Ars si accontenterebbe di 1 milione e mezzo. Il motivo è nelle condizioni dei tagli, messe nero su bianco nella proposta di legge. Nel testo presentato da Stefano Pellegrino (Forza Italia), Antonino Cracolici (Pd) e Nicola D’ Agostino (Sicilia Futura) si legge che dalla riduzione sarebbero infatti esclusi tutti gli assegni di reversibilità, causa “mancato rispetto dei principi costituzionali” reso “ancora più stridente” visto che il beneficiario “è diverso dall’ ordinario dante causa”. Una questione di buon cuore, insomma, che consegna alla commissione tagli impercettibili. E anche per gli assegni diretti il ddl tratteggia una sorta di scudo etico, richiamandosi – a modo suo – ai dettami dalla Corte di Cassazione, che si è già espressa su ricorsi di ex deputati a cui è stato ridotto l’ assegno. Secondo i firmatari della proposta di legge, un intervento in linea con quello delle altre Regioni non sarebbe possibile perché “assolutamente non prevedibile”, perché contrario “ai principi della proporzionalità, ragionevolezza ed uguaglianza” e perché “inciderebbe su situazioni di legittimo affidamento ampiamente consolidate nel tempo”. Un ritorno a quel concetto di “macelleria sociale” che qualche mese fa Micciché aveva evocato in relazione proprio alla scure del ricalcolo dei vitalizi. Ecco che allora la Sicilia propone il suo taglio soft, attivo soltanto “per un periodo di tre anni dalla data di entrata in vigore della legge”, tale da non ridurre i vitalizi a meno di “due volte il trattamento minimo Inps” (quindi circa 1000 euro) e che già viene contestato da diverse associazioni – tra cui il Codacons -, che hanno annunciato ricorso alla Corte dei Conti. E anche il Movimento 5 Stelle, che da tempo ha depositato invano un disegno di legge che ricalca quanto fatto in Parlamento, sbotta: “La proposta di Pd e Forza Italia è un’ autentica vergogna – attacca la deputata Jose Marano – una legge truffa che raggira la normativa nazionale e riduce la rideterminazione dei vitalizi a piccoli spicci. La situazione è insostenibile e grazie all’ inettitudine della maggioranza siamo rimasti l’ ultima Regione d’ Italia ad approvare la riduzione”. Ma è proprio il ritardo nel ricalcolo che ora mette fretta alla maggioranza di Nello Musumeci, perché in caso di mancata legge entro la fine dell’ anno lo Stato potrà tagliare 70 milioni di trasferimenti alla Regione nella prossima manovra. Condizione capestro che ha spinto al dialogo Pd e Forza Italia, nel buon nome dei “vitaliziati” da salvare.
lorenzo giarelli

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