La sentenza
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fonte:
- La Sicilia.it
ROMA. Via libera al restauro del Colosseo griffato Tod’ s. La sesta sezione del Consiglio di Stato ha infatti rigettato il ricorso del Codancos contro la sponsorizzazione affidata al gruppo di Diego Della Valle per un valore di 25 milioni di euro. Lavori che avrebbero dovuto essere avviati già l’ anno scorso, ma bloccati per una serie di ricorsi. Lo sponsor Della Valle avrà così l’ esclusiva per 20 anni sul logo di uno dei monumenti più conosciuti al mondo. L’ associazione dei consumatori non si arrende e annuncia che si rivolgerà alla Cassazione. Per quanto riguarda i tempi, per la conclusione dei lavori si stima che ci vorranno circa 24-36 mesi per ciascun cantiere: sono sei in totale, e tre dovrebbero partire contemporaneamente. E appunto questi primi tre cantieri si occuperanno della sostituzione dell’ attuale sistema di chiusura delle arcate perimetrali (fornici), del restauro dei prospetti settentrionale e meridionale, del restauro degli ambulacri. Il Centro servizi, invece, sarà di 1600 metri quadrati e posizionato nella parte sud -ovest del Colosseo: consentirà di portare all’ esterno attività di accoglienza, biglietteria, bookshop e servizi igienici. Durante i lavori di restauro, sulle recinzioni, sono previsti pannelli di due metri che potranno contenere pubblicità. Per quanto riguarda le possibili attività culturali all’ interno del Colosseo – il set di un film o un concerto – sarà la Soprintendenza a vagliare le richieste. Secondo i giudici del Consiglio di Stato, il Codacons non era legittimato a proporre il ricorso. Inoltre «l’ acquisizione del finanziamento, il progetto di restauro e gli equilibri sinallagmatici, accettati dall’ Amministrazione nei confronti dello sponsor, corrispondono a scelte sindacabili solo nei limiti generalmente riconosciuti in tema di impugnazione di atti discrezionali (con esercizio nella fattispecie di discrezionalità mista: tecnica e amministrativa). Nel particolare settore in esame, in pratica, una lesione avrebbe potuto essere ravvisata solo in corrispondenza ad illegittimità della ponderazione effettuata, in quanto illogica o arbitraria, purché in.
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