26 Maggio 2020

LA RIPARTENZA

FERMO Quando sono arrivati davanti alle porte d’ ingresso, gli istruttori quasi non ci credevano. Ad aspettarli, a distanza e con le facce coperte dalle mascherine, c’ erano i loro clienti più affezionati. Borsoni in mano e tanta voglia di ricominciare a sudare. Una riapertura incoraggiante quella delle palestre del Fermano, da ieri di nuovo operative. Disinfettanti e prenotazioni obbligatorie quasi dappertutto non hanno scoraggiato gli appassionati del fitness. Che già dalle prime ore della mattina sono tornati ad allenarsi. «È un mix tra voglia di ripartire e limitazioni. La palestra è un luogo sociale, di incontro. Ci adeguiamo perché siamo appassionati», dice Mariano Belleggia mentre riprende fiato alla fine di una sessione di sollevamento pesi. Ieri mattina, dopo due mesi e mezzo, ha rimesso piede nella palestra Colosseum di Fermo e ha rivisto i suoi compagni di allenamento. Per loro, ritorno alla normalità significa anche fatica e sudore. «Per un appassionato spiega Mattia Torresi , è molto meglio allenarsi in palestra. Fa la differenza, pur con le dovute precauzioni. In questo periodo mi sono allenato in casa, ma non è la stessa cosa. È mancato il rapporto con gli altri, la battuta e lo scherzo. Qui ci conosciamo tutti, siamo come una grande famiglia». La scelta Anche se, mentre ci si allena, si possono togliere, tanti clienti le mascherine preferiscono tenerle. Dopo aver finito con un attrezzo, prendono il gel e lo puliscono. Poi si spostano da un’ altra parte e ricominciano a sudare. Per terra, nastri colorati indicano il percorso da seguire. Si entra da una porta, si esce dall’ altra. Tra un attrezzo e l’ altro passano due metri. Niente doccia a fine sessione. I clienti non fanno storie. «Si stanno comportando molto bene. È bello vederli tornare. Speriamo continui così», fa la titolare Alessandra Corradini. Scene simili nella palestra O2 di Campiglione, dove ieri ha riaperto anche la piscina. Si entra uno alla volta. A mezzogiorno, all’ ingresso, c’ era la fila. In sala ci si allena di buona lena. C’ è chi solleva pesi, chi corre sul tapis roulant, chi si fa i muscoli con i manubri. Gli allenamenti (un’ ora e mezza ciascuno) si prenotano con l’ app. «Stiamo spiegando le regole. La prima settimana sarà di rodaggio», dice un istruttore. Fuori, quattro ragazze sudano sotto il sole nella sala esterna aperta per fare spazio agli attrezzi dentro. «Siamo ripartiti con i primi clienti. Erano contenti di essere tornati. Quanto a spazi, distanze e prenotazioni fanno invece da CrossFit, palestra della zona industriale di Porto Sant’ Elpidio , per noi non è cambiato niente. L’ unico problema sono gli ingressi scaglionati negli spogliatoi e nelle docce. Prima potevano entrare in quindici per volta, ora solo in sei. Per il resto, con queste regole, avremmo potuto riaprire anche un mese fa. Non si capisce perché ci abbiamo fatto aspettare tanto». Nel giorno della riapertura degli impianti sportivi, l’ unica piscina ad aver ripreso l’ attività è quella di Campiglione. Le altre hanno preferito aspettare ancora un po’. Chi non vedeva l’ ora di tornare in vasca non ha perso tempo. «Come primo giorno non c’ è male. Certo, non è come prima, ma è sempre un inizio», spiega l’ istruttrice Mara Mazzante. Doccia saponata e poi, una dopo l’ altra, un gruppetto di donne entra in acqua. C’ è la lezione di aquagym. Si fa nella vasca grande, per stare più distanti. «È bellissimo, non vedevamo l’ ora. Ce lo siamo sognato. Adesso recuperiamo», dicono. La lezione In un’ altra vasca, un ragazzino prende lezioni di nuoto. Ci sono anche una mamma col bimbo di pochi mesi e una donna incinta. Fanno aquamamy. Ripartenze che fanno ben sperare, anche se la sfida sarà resistere. Quest’ estate, la maggior parte degli impianti sportivi resterà aperto per cercare di recuperare le settimane di stop. Ad agitare i sonni dei gestori c’ è il nodo abbonamenti, pagati dai clienti e ora da smaltire. Gli impianti si muovono in ordine sparso. C’ è chi li farà recuperare per intero, chi solo per metà e chi li ha già scalati dai corsi online organizzati in questo periodo di chiusure. Per chi volesse chiedere il rimborso, il Codacons ha attivato il numero 893.49966. Francesca Pasquali © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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