La rimonta dell’industria, produzione in crescita per il quinto mese: +1,8%
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- Il Sole 24 Ore
Filomena Greco TORINO In recupero il dato sulla produzione industriale, per il quinto mese consecutivo. Lo rivela l’ultima indagine dell’Istat che fotografa le buone performance congiunturali di tutti i settori, esclusa la produzione farmaceutica, con un rimbalzo a due cifre su aprile 2020, periodo caratterizzato dalle misure legate a lockdown e allarme sanitario. Secondo l’elaborazione dell’Istat nel mese di aprile l’indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dell’1,88% rispetto al mese di marzo scorso. Considerando la media del periodo febbraio-aprile, poi, il livello della produzione è cresciuto dell’1,99% trimestre su trimestre. Si tratta dunque del quinto mese consecutivo di crescita congiunturale,con il livello dell’indice della produzione industriale che di fatto recupera e supera i valori registrati prima della pandemia (+1,22% su febbraio 2020). Recupero e crescita dunque, che passa attraverso i settori manifatturieri della fabbricazione di macchinari e attrezzature – cresciuto del 3,11% su marzo del 2021 e rimbalzato del 109,7 rispetto allo stesso mese del 2020 -, i trasporti, cresciuti del 6,77% su marzo 2021 (+327,33% su aprile 2020, periodo di chiusura delle fabbriche auto), il tessile (+3,66%, in recupero del 363% sullo stesso periodo dell’anno scorso). In questa dinamica positiva nella quale tutti i principali settori di attività registrano incrementi su base mensile, spicca la performance osservata in particolare per i beni strumentali che di fatto trainano la ripresa (+3,11% mese su mese). Insomma, «la polemica sul blocco dei licenziamenti e la sua proroga credo abbia perso ogni fondamento. I dati economici stanno significando che il Paese è ripartito», ha commentato ieri il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, «per il quinto mese consecutivo la produzione industriale aumenta, nei primi quattro mesi dell’anno l’industria manifatturiera ha assunto 123 mila persone in più: credo che ormai il Paese sia indirizzato sulla crescita che dovrebbe essere il solo obiettivo che dobbiamo avere tutti noi». Quanto al rapporto con lo stesso periodo del 2020, l’indice segna un recupero del 79,55%. «In termini tendenziali – commenta l’Istat – l’indice corretto per gli effetti di calendario registra fortissimi incrementi per quasi tutti i settori, dovuti ai livelli produttivi particolarmente bassi dell’aprile dello scorso anno», periodo in cui si sono registrate le maggiori restrizioni all’attività produttiva per il contenimento dell’epidemia di Covid-19». In effetti tutti i principali settori di attività economica registrano aumenti “straordinari” su base tendenziale, ad esclusione della produzione di prodotti farmaceutici di base (-3,22%), settore letteralmente esploso durante le settimane di lockdown e di allarme sanitario nella primavera del 2020 L’indice destagionalizzato mensile dunque mostra aumenti congiunturali in tutti i settori a cominciare dai beni strumentali (+3,11%), l’energia (+2,44%), i beni intermedi (+1,11%) e i beni di consumo (+0,55%). Tra i settori con le performance più vivaci ci sono i trasporti – più 6,77% su marzo 2021 – e il tessile, che recupera il 3,66%. In terreno negativo, anche su base congiunturale, il settore della produzione farmaceutica, bene invece i macchinari e anche la metallurgia. La produzione industriale dunque risale la china a partire da dicembre scorso e con il +1,88% di aprile su marzo sembra accelerare. Secondo Paolo Mameli, senior economist di Intesa Sanpaolo, che ha recentemente rivisto al rialzo al 4,66% la stima sul Pil italiano nel 2021, «si rafforzano le prospettive di ripresa, che nei prossimi mesi verrà non solo dall’industria ma, in misura crescente, dai servizi». «Pensiamo- aggiunge nella nota Mameli – che l’output sia destinato anche nei prossimi mesi a permanere su livelli superiori a quelli pre-pandemici». La ripresa della produzione industriale «è una buona notizia per l’economia italiana» sottolinea il Codacons che parla dei numeri di aprile relativi all’industria come di «un segnale importante, che fa ben sperare per il futuro del Paese» come afferma il presidente Carlo Rienzi. Secondo l’associazione dei consumatori, però, sulla ripresa della produzione pesa la crisi dei consumi che ancora si registra nel Paese, con i beni di consumo che ad aprile arrancano, «e segnano la crescita più bassa tra tutte le voci, +0,55%» aggiunge Rienzi.
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