17 Settembre 2002

LA REAZIONE DEI CONSUMATORI

Inflazione rivista al rialzo e si riaccende immediatamente la polemica. Sempre viva quella innescata da consumatori e sindacati sul reale livello dei prezzi al consumo e sugli effetti che i rincari comportano per le tasche dei cittadini.
«Avevamo ragione noi, altro che mere ragioni statistiche hanno indotto l`Istat a correggere dati alla camomilla di agosto»: sono stati la mobilitazione dei cittadini, lo sciopero della spesa del 12 settembre e le altre battaglie a far correggere numeri «ancora troppo sottovalutati», è stata la risposta delle principali organizzazioni di utenti di fronte all?inusuale ritocco della stima da parte dell?Istat.
Le rassicurazioni di governo e Confindustria non sono riuscite a placare neanche i sindacati. Di fronte a un carovita tornato ai livelli di fine 2001, i rappresentanti dei lavoratori tornano ad avanzare l`esigenza di rimettere mano ai contratti per garantire ai cittadini il recupero del potere d`acquisto visto che ormai le intese basate su un`inflazione programmata all`1,4% sono fuori dalla realtà.
Nessuna preoccupazione, l`inflazione «è sotto controllo», ha gettato acqua sul fuoco il ministro per le Attività Produttive, Antonio Marzano, ma i responsabili della Cisl chiedono una «terapia d`urto» da parte del governo per porre sotto controllo prezzi e tariffe e alla Confindustria mandano a dire di cambiare atteggiamento nelle trattative contrattuali concedendo aumenti salariali. Un invito che spinge però il capo economista degli industriali, Giampaolo Galli, a ribattere ai sindacati che la loro «è una partita a perdere» e sbagliata, se continua a criticare il tasso di inflazione programmato. Unico mezzo, quest`ultimo, che, secondo Galli, può permettere di tenere i prezzi sotto controllo facendo così recuperare crescita e competitività.
L`appello alla moderazione salariale non convince neanche gli altri principali esponenti del sindacato: la correzione Istat, dice il numero due della Uil Adriano Musi, «è la conferma di quanto sia necessario e fondamentale perseguire una politica salariale che possa ridare potere d`acquisto alle retribuzioni e capacità di consumo alle famiglie, il che aiuta a far crescere l`economia». E se per gli esponenti dell`Ugl l`inflazione programmata «non è un dogma», la responsabile per le politiche economiche della Cgil, Marigia Maolucci, sottolinea che «il Dpef e il Patto per l`Italia risultano non confermati dai dati sulla crescita e sull`inflazione» e che entrambi «non corrispondono ai problemi reali del Paese e non ci aiutano in questa situazione».
Segnali di inquietudine sorgono intanto nel mondo del commercio e dell`artigianato. Confcommercio lamenta che più che l`inflazione preoccupa un`economia che gira in tondo senza dare reali segnali di ripresa, cosi come Marco Venturi della Confesercenti punta il dito contro i consumi che restano in frenata. E Ivan Malavasi della Cna definisce «allarmante» non solo l`inflazione, ma anche il quadro complessivo della congiuntura italiana. Più ottimista, invece, Luciano Petracchi di Confartigianato: «Sono segnali che non devono preoccupare, il rialzo dell`inflazione ad agosto è dovuto a fenomeni transitori».
Non usano mezzi termini, infine, gli esponenti dell`opposizione. Il rialzo dell`inflazione ad agosto dimostra un «consuntivo disastroso» per il governo, la cui posizione sul rinnovo dei contratti «non è più credibile», sostengono Vincenzo Visco (Ds) ed Enrico Letta (Margherita); mentre l`ex ministro Pierluigi Bersani mostra il suo disappunto di fronte alle reazioni degli esponenti dell`esecutivo che si dicono non preoccupati per l`aumento del carovita: «Abbiamo davanti venti di guerra con un conseguente riscaldamento dei prezzi del petrolio. Spero che il governo stia riflettendo per adottare delle contromisure», afferma il parlamentare Ds.
Piero Fassino, segretario dei Ds, polemizza con il governo che a suo dire offre una lettura distorta dell`economia italiana. Ultimo dato del costo della vita viene definito dal segretario diessino «sconcertante». «Di fronte a dati sempre più preoccupanti il presidente del Consiglio e i suoi ministri, a partire da Tremonti, minimizzano e continuano a fare finta di niente». E rincara la dose: «La politica di Tremonti è stata fallimentare e lo dimostra la ripresa dell?inflazione, del deficit del bilancio dello Stato, dello indebitamento. E se ciò non bastasse risparmiano i consumi e la produzione industriale. Non capisco francamente questo tentativo di tranquillizzare l`opinione pubblica».

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