La Rai oscurata per un errore Il segnale non torna ancora
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fonte:
- La Provincia di Como
Olgiate Comasco Rai ancora oscurata. Migliaia di famiglie nell’ Olgiatese e mezza provincia da giorni sono senza segnale del servizio pubblico, sale la protesta. Tanti, almeno a parole, sarebbero tentati di non pagare il canone Rai. Tutta colpa del pasticcio creato dal dicastero guidato dal comasco Corrado Passera che, per errore, ha assegnato a una tv locale piemontese (TeleCupole) la stessa frequenza (canale 23) del servizio pubblico (Rai uno, due, tre e Rai News). Nuovo canale Per tornare come prima, il ministero deve fare una variazione di canale. «Il ministero deve assegnare un nuovo canale all’ emittente locale piemontese – precisa il tecnico Gianni Aredi – In ambienti Rai, si confida che entro la settimana il problema si risolva». Se lo augurano i milioni di utenti rimasti senza segnale del servizio pubblico. «Da quando nel 1950 era stato assegnato alla Rai il canale 23, non era mai accaduto un simile disservizio – aggiunge Aredi – La mancata ricezione del servizio pubblico, per un’ errata assegnazione di frequenze da parte del ministero dello sviluppo economico e comunicazioni, sta coinvolgendo metĂ Lombardia, oltre 4 milioni di persone». Numeri che da soli imporrebbero una sollecitudine nell’ intervento di ripristino del segnale. Ma tant’ è. Utenti sul piede di guerra. Esasperati dal protrarsi del disservizio, vorrebbero rivalersi, non pagando il canone. Azione di protesta che il Codacons sconsiglia, perchĂ© «si rischia di venire perseguitati a vita» dichiara il responsabile del Codacons lariano, Mauro Antonelli, che invece invita – come ha giĂ fatto la stessa associazione che opera in difesa dei consumatori – a inviare migliaia di mail di protesta alla Rai (http://www.raiway.it/index.php?lang=IT&cat=309) e al ministero. Il Codacons è giĂ intervenuto anche contro il servizio di assistenza Rai Way. «Ci sono consumatori che da lunedì stanno chiamando ininterrottamente il numero verde 800 111 555, ma si sentono rispondere che tutti gli operatori sono occupati e di richiamare piĂą tardi” – aggiunge Antonelli – Una vera presa in giro, visto che il “piĂą tardi” dura da tre giorni». Per chi volesse andare oltre le lamentele via mail, ci sono due forme di protesta. Solo il danno morale «Intraprendere una class action contro la pubblica amministrazione – spiega Antonelli – per ottenere una condanna morale, ma nessun risarcimento del danno poichĂ© la normativa prevede che il canone Rai sia dovuto per il semplice possesso di un televisore, indipendentemente dalla ricezione e qualitĂ del servizio. A meno di non arrivare fino alla Corte costituzionale». Resta il cosiddetto suggellamento, una sorta di oscuramento del televisore. Attivata la complessa procedura «dovrebbero arrivare i funzionari dell’ ufficio tecnico erariale a suggellare l’ apparecchio dentro un sacco di juta – conclude Antonelli – Ci sono utenti che hanno chiesto il suggellamento da anni e ancora aspettano i funzionari». Manuela Clerici.
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