14 Ottobre 2007

La rabbia in diretta e il pericolo delle carnevalate

IL VARIOPINTO corteo di ieri organizzato dal vulcanico (anche troppo) Codacons con Fabio Galli in prima fila accanto al bamboccione del rospo, ha certamente attirato l’attenzione della gente. L’associazione dei consumatori ha portato in piazza quasi tutti i comitati, compreso quello del quartiere-casbah sassolese di Braida per esprimere il malumore dei cittadini su alcuni temi nobili e su altri onestamente molto meno concreti. Niente di male. Anzi, è un esempio di democrazia partecipativa che segue la moda di questi ultimi anni dove ovunque proliferano Movimenti, Comitati, gruppi civici e per restare a questi ultimi tempi, anche le chiassose schiere dei seguaci del grillismo. Portare la protesta in piazza resta però un compito delicato. Servono quindi chiarezza di idee, temi bene identificati e spiegati uno alla volta. Come fa per esempio il Comitato del Tempio, che ieri guardacaso si è astenuto dallo show dove un bislacco Arrigo Martinelli della lista civica "per Modena" si è travestito perfino da bonzo birmano. Ha fatto divertire la gente ma nessuno ha capito cosa c’entrasse carnevale ad ottobre. Poi nel fritto misto della protesta sono finiti anche il carovita, il traffico, l’inceneritore e perfino il disagio di chi protesta contro l’abuso di psicofarmaci in psichiatria sui bambini. Molti cittadini hanno compreso che accanto ai temi seri si è fatto un po’ di folklore, ma molti altri hanno percepito solo confusione. E questo deve essere un campanello d’allarme. Anche qualche esponente dei Circoli della libertà, vera espressione del dialogo con i cittadini, si è pentito, pur rimanendo nel corteo, quando ha capito l’andazzo. Una volta la piazza era di esclusiva gestione della sinistra. Loro erano espressione della gente, gli altri che tentavano l’approccio diretto sulla strada pericolosi reazionari. Acqua passata. Ma lo strumento del malumore portato sotto i portici deve essere utilizzato con scrupolo, equilibrio e serietà. E’ meglio lasciare le carnevalate a chi per scelta decide di ingaggiare battaglie, anche serie, infischiandosene però del buongusto. Uomini avvisati, mezzi salvati.

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