La protesta di Roma contro il degrado Ora la Raggi rischia
- fonte:
- Gazzetta dello sport
in migliaia in piazza. la sindaca replica: «dietro c’ è il pd»ma se dovesse arrivare la condanna per il caso marra…
# Migliaia di persone hanno riempito piazza del Campidoglio, a Roma, per protestare contro il degrado e l’ incuria che sembrano aver avvolto la Capitale. La manifestazione «Romadicebasta» è nata sui social network dall’ iniziativa di sei donne e anche per questo la grande partecipazione ha sorpreso molti. Le sei donne si chiamano Emma Amiconi, Tatiana Campioni, Francesca Barzini, Valeria Grilli, Roberta Bernabei e Martina Cardelli. Il gruppo «Tutti per Roma, Roma per tutti» creato su Facebook per lanciare l’ iniziativa ha toccato in poco tempo i 18 mila membri. La piazza ha ben presto finito per rivolgere i propri slogan contro il sindaco di Roma, la pentastellata Virginia Raggi, ritenuta forse al di là dei suoi demeriti la principale responsabile delle inefficienze ormai cronache, dalle strade piene di buche simili a voragini ai rifiuti che sommergono molti quartieri, dal collasso del trasporto pubblico alla crescente insicurezza, di cui il caso Desirée è soltanto la cima dell’ iceberg. «Dimissioni, dimissioni», «Vattene, incapace, a casa» sono alcuni degli slogan scanditi. # Il M5S ha subito reagito con varie dichiarazioni, ma si è fatta sentire soprattutto la Raggi: «C’ erano Lorenzin, Calenda e tutta la “vecchia” guardia del Pd. Hanno nascosto le bandiere di partito». E ancora: «Non mi lascio incantare dalle sirene degli orfani di “mafia Capitale”, da chi vuole il ritorno di Buzzi e Carminati». Senz’ altro. C’ erano anche militanti del centrosinistra e alla manifestazione hanno dato la loro benedizione sia il Pd che Forza Italia, ma non si può nascondere lo sconforto, il malcontento dei cittadini qualunque, che votando il Movimento nel giugno di due anni fa, avevano sperato in un cambio di marcia per la Capitale. Né si può negare che alla manifestazione abbiano aderito comitati civici e di quartiere e anche il Codacons, mentre tra le sei promotrici una ha in effetti precedenti di militanza politica, una è giornalista per Rai 3 e già nella squadra di Santoro, ma le altre sono soprattutto impegnate nel sociale, in associazioni e fondazioni apolitiche. # Mentre andava in scena la protesta, a Milano si inaugurava la Biblioteca degli Alberi nel già bellissimo quartiere di Porta Nuova, quello del Bosco Verticale e delle sedi di multinazionali come Samsung, Google, Microsoft, Amazon, Unicredit. Un paragone impietoso: il terzo parco per dimensioni di Milano, nato dal nulla, con 500 alberi e 150 mila piante, famiglie in gita, bambini che scorazzavano, runner di ogni tipo. Mentre al Campidoglio molti erano giunti indossando o tenendo in mano un pezzo di rete di plastica da cantiere arancione, per denunciare che a Roma «si transennano le cose che non funzionano ma niente viene realmente riparato». # L’ ultima settimana, d’ altronde, per Roma è stata catastrofica… Si è cominciato con i militanti di Casapound che minacciavano un “bagno di sangue” se la Finanza fosse entrata nello stabile in pieno centro da loro occupato abusivamente da anni; si è continuato con le immagini della città messa in ginocchio da una grandinata, con l’ ennesimo blitz antimafia a Ostia, per passare ai 24 tifosi del Cska Mosca feriti mercoledì scorso nel collasso di una scala mobile della metro, dovuto alla mancata manutenzione. Per finire con il dramma di Desirée, drogata, stuprata e uccisa all’ interno di un edificio fatiscente, terra di nessuno e della totale illegalità. # C’ è chi sostiene che la Raggi potrebbe essere al capolinea. Difficilmente i Cinquestelle permetteranno che ciò avvenga. Di certo, l’ accoglienza ricevuta da Matteo Salvini nel quartiere San Lorenzo dopo il caso Desirée, fa ritenere che oggi la Lega, magari insieme alla Meloni e con Giulia Bongiorno candidata, potrebbe giocarsi la partita. Anche il Pd sembra rianimarsi in cerca di una prima rivincita. E tra due settimane, il futuro della Raggi potrebbe complicarsi se fosse condannata per falso nel processo per la nomina di Renato Marra. Il codice etico del M5S in teoria prevede in questi casi le dimissioni immediate. In teoria.
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