La protesta del settore dei matrimoni arriva in Regione, Bini: «Vi aiuteremo»
- fonte:
- Il Gazzettino
U D I N E A fare i conti sulla riapertura di ieri è Confartigianato Imprese, secondo cui il ritorno in zona gialla non ha portato con sé la boccata d’ossigeno sperata. Le nuove disposizioni confermano la chiusura per circa 1.400 imprese in Fvg, tra cui palestre e piscine, consentono la ripresa (con limiti) a 192 aziende legate agli spettacoli, ma lasciano il freno a mano tirato per ristoranti, gelaterie, bar, pasticcerie e ancora pizzerie e gastronomie, 8.634 imprese che danno lavoro a 27mila addetti di cui 20mila dipendenti, per le quali il cambio rispetto alla zona arancione è minimo, non potendo accogliere clienti all’interno ma solo all’esterno spazio che in poche però hanno a disposizione. ARTIGIANI «Per i più – dichiara il presidente di Confartigianato- Udine, Graziano Tilatti zona è in verità giallo scuro. Non tutti infatti hanno spazi esterni sui quali contare e per chi ne è sprovvisto quest’apertura si traduce nell’ennesima difficoltà. Capiamo bene la prudenza del governo, ma a forza di prudenza rischiamo effetti devastanti sul nostro tessuto imprenditoriale, già provato da un anno orribile». «Non ci salveranno i colori – continua Tilatti -, ma l’immunità di gregge» la campagna vaccinale «va accelerata il più possibile». MATRIMONI Ieri i rappresentanti delle imprese del settore matrimoni e cerimonie (si stimano 15mila attività in Fvg con 30mila addetti, che denunciano una perdita di fatturato fra l’ e il 95% in 14 mesi) sono riuniti davanti al palazzo udinese della Regione per portare la voce di 14 associazioni di categoria. L’assessore regionale Sergio Emidio Bini ha espresso vicinanza ai referenti di Feu e confederazione Unanime: «Per quanto era di sua competenza la Regione è stata ed è tuttora vicina alla filiera dei matrimoni e degli eventi ad essi connessi. Abbiamo dato un segnale con il terzo bando ristori da poco chiuso, gli importi sono già in liquidazione, un altro aiuto concreto arriverà con l’apertura del quarto riparto che include anche le partite Iva non iscritte al registro delle imprese. È evidente che abbiamo la necessità di salvaguardare anche queste filiere assieme ai posti di lavoro e per farlo la Regione ha già messo in campo da tempo il proprio braccio operativo PromoTurismoFVG per collaborare con le associazioni di rappresentanza a rafforzare la strategia di rilancio del settore» ha rimarcato Bini. «Il nostro governatore Fedriga, da sempre attento a tutte le esigenze dei comparti economici, nel suo nuovo ruolo di presidente della Conferenza delle Regioni si è già attivato presentando tutta una serie di protocolli proprio per accelerare la ripartenza in sicurezza delle attività» CODACONS Intanto il Codacons lancia anche in Friuli Venezia Giulia un ricorso collettivo al Tar del Lazio in favore dei ristoratori della regione e delle imprese del settore del wedding, categorie, secondo l’associazione «ingiustamente penalizzate dall’ultimo Decreto del Governo sulle riaperture». Il Codacons ritiene che le ultime disposizioni sulla ripresa dal 26 aprile siano «incostituzionali nella parte in cui discriminano determinati esercizi limitandone orari e modalità di apertura al pubblico – spiega il Codacons -. È il caso dei ristoranti che non dispongono di spazi all’aperto e che dovranno rimanere chiusi o limitarsi al take away e consegne a domicilio, al settore dei matrimoni, per il quale il Governo non ha previsto ancora una data per la ripresa degli eventi». Il ricorso sarà illustrato in un webinar domani alle 16.30
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- Tags: covid, matrimoni, riaperture, ristoranti, ristoratori, Tar del Lazio, wedding