22 Settembre 2015

La Procura ricorre: Schettino ha responsabilità titanica

La Procura ricorre: Schettino ha responsabilità titanica
«naufragio concordia, la pena sia esemplare». anche il comandante in appello: troppi 16 anni

Grosseto Il processo ormai è finito a Firenze, ma i giochi si continuano a fare a Grosseto. Così è stata la Procura maremmana ieri mattina a presentare il primo ricorso in appello contro la sentenza pronunciata l’ 11 febbraio scorso, quando nella sala del Teatro Moderno l’ ex comandante Francesco Schettino è stato condannato a sedici anni di reclusione per il naufragio della Costa Concordia. «Alla responsabilità titanica di Schettino deve corrispondere una pena esemplare» dicono i procuratori di Grosseto Maria Navarro, Alessandro Leopizzi e Stefano Pizza. Loro, assieme all’ allora capo procuratore Francesco Verusio, oggi in pensione, chiesero ventisei anni di carcere per il capitano di quel transatlantico naufragato all’ isola del Giglio la notte del 13 gennaio 2012, quando persero la vita trentadue persone. Ed è proprio su questo, sul conteggio degli anni, che la Procura intende basare la propria impugnazione, convinta che i giudici abbiano commesso degli errori quando hanno fermato la condanna a sedici anni: cinque per naufragio colposo, dieci per i reati di omicidio plurimo colposo e lesioni plurime colpose, un anno per il reato di abbandono della nave e per abbandono di incapaci. Sedici in tutto: troppo pochi, secondo i pm. «Ma non è una congiura contro Schettino» assicurano da Grosseto. Non sono dello stesso avviso alcune parti civili che hanno preso parte al processo in primo grado. Le stesse che ieri si sono accodate alla Procura maremmana presentando dei propri ricorsi in appello, volti soprattutto ad allargare le responsabilità della tragedia anche alla compagnia armatrice. Tra questa c’ è il Codacons, secondo cui la procura con il suo ricorso «insiste nella creazione del mostro» ma «ciò che della sentenza non convince è, invece, il mancato riconoscimento dei malfunzionamenti della nave e dei profili di responsabilità gravanti su Costa Crociere». Secondo l’ associazione consumatori, infatti, l’ accusa grossetana «con questo ricorso d’ appello sembra confermare la volontà di voler trovare un solo ed unico colpevole per il naufragio della Costa Concordia, escludendo la possibilità che errori e carenze della nave possano aver contribuito a determinare ed accrescere il numero delle vittime». Ora manca soltanto il ricorso dello stesso Schettino, annunciato dai suoi avvocati subito dopo la lettura della sentenza a febbraio, con cui chiederà una riduzione di pena. Ma lo farà formalmente nei prossimi giorni, dato che «il termine ultimo per presentare il ricorso è il 25 ottobre».
 

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