La pioggia di sussidi già ci costa 42mila euro a testa
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- Libero
bankitalia: a giugno il debito pubblico schizza a 2.530 miliardi
Mario Draghi, nel celebre articolo sul Financial Times agli inizi della crisi pandemica, lo aveva previsto: l’ unico modello da adottare per evitare una catena di fallimenti dagli esiti disastrosi era quello dell’ economia di guerra: debito pubblico per sostenere l’ occupazione e assorbire il debito delle imprese per evitare il disfacimento di una parte consistente di base produttiva. E’ quello che sta succedendo un po’ dovunque. L’ Italia non solo non fa eccezione ma, aggiungendo una raffica indistinta di bonus, esprime perfettamente l’ interrogativo che accompagna lo smisurato allargamento dei cordoni della borsa: fino a che punto può spingersi la politica di bilancio? I dati più recenti sono di Bankitalia: il debito pubblico segna l’ ennesimo record a fine giugno, 2.530,6 miliardi, 20,5 in più rispetto a maggio. A determinare l’ aumento del debito è stato in gran parte la caduta del 20% (6,5 miliardi) delle entrate fiscali. Con il lockdown non ci sono stati consumi e quindi nemmeno tasse da incassare per lo Stato. Il Codacons fa un po’ di conti , stimando che il debito nazionale pesi per oltre 42 mila euro su ogni italiano. Neonati inclusi compresi. Una conferma, casomai ce ne fosse bisogno, che ci stiamo mangiando il futuro dei nostri figli. L’ emergenza Covid « allarga ancor di più la voragine» rimarca il presidente Carlo Rienzi, portando il Paese verso una «situazione insostenibile da affrontare attraverso una lotta serrata agli sprechi e con misure specifiche che non siano solo annunci spot che rimangono sulla carta». riproduzione riservata.
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