5 Gennaio 2011

LA “PET” DELLO SCANDALO: LA NETTA DENUNCIA DEL CODACONS

Migliaia di utenti salentini, in cura presso centri oncologici, rischiano di non poter più effettuare la tomoscintigrafia (pet) presso il centro locale: e il Codacons chiede tutela per la collettività

LECCE – La chiamano la “Pet dello scandalo”: coglie il disagio reale il linguaggio usato dall’ufficio legale del Codacons di Lecce, informato degli ultimi sviluppi relativi alla dolorosa questione della fornitura in convenzione del servizio di Tomoscintigrafia (Pet) da parte del Centro di Medicina nucleare Calabrese, che risulta essere l’unico laboratorio in grado di fornire il servizio su Lecce e provincia.

“La notizia della sospensione della erogazione delle prestazioni da parte del responsabile del suddetto centro appartiene – rivela il responsabile dell’osservatorio per la città, Massimo Todisco -, alla categoria delle novità che non vorremmo conoscere all’inizio di un nuovo anno. Ma tanto invece sta accadendo e dunque auspichiamo che una soluzione tempestiva e concordata possa derivare dalla volontà comune di Asl, Regione Puglia e centro Calabrese”.

“Se così non fosse e se invece dovessero prevalere altri interessi diversi da quelli della necessità di fornire un servizio pubblico – spiega Todisco – orientato all’efficienza, le conseguenze più gravi potrebbero essere di due tipi: l’utente, non riuscendo ad effettuare l’esame presso il centro locale, dovrebbe rivolgersi ad altro centro accreditato nella Regione (Brindisi, Bari, Barletta o San Giovanni Rotondo), che tuttavia potrebbe non essere in grado di soddisfare in tempi brevi tutte le richieste ulteriori rispetto a quelle normalmente evase. Pertanto l’utente, dinanzi alla tetra prospettiva di dover attendere svariati mesi per eseguire la Tomoscintigrafia, finirebbe per prenotare l’esame in altra regione dove la lista di attesa è più breve, con inevitabili costi aggiuntivi a suo esclusivo carico”.

Per il Codacons il riflesso negativo consisterebbe quindi non solo nel diretto e sensibile aumento di spesa per gli utenti, ma anche nell’indiretto aumento di costi per la collettività salentina, considerato che le prestazioni eseguite al di fuori del territorio regionale verrebbero poi retribuite dalla Asl Le ai laboratori che le hanno effettuate, con inevitabile diminuzione dell’indotto locale: “Rinnoviamo pertanto l’invito – asserisce -, rivolgendolo in modo espresso al Direttore Generale Asl Le, all’Assessore della Sanità Regione Puglia, al Governatore ed al legale rappresentante del Centro Calabrese, alla soluzione del problema, confidando che, messe da parte posizioni irrigidite, lo stesso venga accolto”.

“Qualora invece la fiducia del Codacons – conclude – dovesse rivelarsi mal riposta, invitiamo chiunque dovesse trovarsi nelle condizioni di non poter effettuare in tempi brevi e presso un centro locale l’esame Pet a rivolgersi al nostro sportello di Lecce in Via Braccio Martello n. 2, aperto il venerdì dalle 17:30 alle 19:30”.

E all’appello del Codacons fa seguito la critica dei consiglieri regionali di centrodestra sui parti indolori, Rocco Palese, Saverio Congedo, Roberto Marti, Mario Vadrucci ed Antonio Barba (Pdl) ed Andrea Caroppo (Puglia Prima di Tutto), che dichiarano: “Non è concepibile nemmeno l’ipotesi che al ‘Vito Fazzi’, e più in generale nella Asl Lecce, non si effettuino più ‘parti indolori’, ossia interventi di analgesia epidurale, nonostante lo straordinario accoglimento che tale servizio ha giustamente registrato presso le nostre partorienti”.

“Tra gli amari effetti – proseguono – di un ‘piano di rientro’ che Vendola non ha subito ma proposto al fine di rimediare al suo malgoverno quinquennale (con riferimento al quale non ci risulta alcuna resistenza da parte del governatore in ordine al taglio di ospedali, reparti ed assunzioni di medici ed infermieri, anche perché da lui stesso proposti) non possono e non devono rientrare autentiche regressioni nella nostra sanità, come nel caso del taglio suddetto o di quello della Pet presso la stessa Asl”.

Per il centrodestra, sono tanti gli sprechi di questi anni: “Sull’argomento attendiamo dalle sostenitrici e dai sostenitori dell’attuale maggioranza regionale – ribadiscono – comportamenti concreti e risolutivi, e non il solito giochetto truffaldino delle due parti in commedia, ossia dello sdoppiamento furbesco e cinico del partito al tempo stesso ‘di lotta e di governo’. Se non si condividono talune scelte, si può anche scegliere di testimoniare tale dissenso attraverso una dissociazione reale che giunga fino alle dimissioni da incarichi e prebende. Per quanto ci riguarda, ci batteremo con tutte le nostre forze per evitare che il diritto alla salute sia irrimediabilmente compromesso dagli effetti e dalle scelte del malgoverno vendoliano”.

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