23 Agosto 2013

La mobilitazione di 6 comuni per far fronte alla crisi idrica

La mobilitazione di 6 comuni per far fronte alla crisi idrica

GUARDIAGRELE. Un esame impietoso delle cause che hanno portato alla drammatica emergenza idrica di quest’ estate e un pacchetto di proposte per risollevare dalla sete il comprensorio di sei Comuni serviti dall’ acquedotto dell’ Avello. Il Comitato civico suona la riscossa chiamando a raccolta i guardiesi e i residenti di Casacanditella, San Martino sulla Marrucina, Pennapiedimonte, Orsogna e Filetto. Domenica 25 in piazza Santa Maria Maggiore e sabato 31 al cinema comunale Garden si discute su come sarà possibile riavere l’ acqua nei rubinetti e nella rete 24 ore su 24, mettendo fine all’ emergenza quarantennale legata alla crisi tecnica dell’ Avello che i Comuni prima e la Sasi dopo non hanno mai affrontato. “Abbiamo chiamato questo fenomeno “malaacqua””, attacca Gino Primavera , tra i fondatori del movimento cittadino, “poiché è la politica che ha fallito e soltanto la politica potrà rimediare a questa situazione. I cittadini”, incalza primavera, “sono privati di un bene primario, le attività risentono economicamente di questo stato e la Sasi mostra tutta la sua incapacità di carrozzone politico a gestire il problema e a rispettare la sua carta dei servizi che prevede una erogazione senza interruzioni. L’ amministrazione comunale, a parte l’ idea brillante di un contenzioso giudiziario con l’ Aca, altro carrozzone con il consiglio di amministrazione indagato e dimissionario, non propone soluzioni adeguate alla gravità del momento né progetti per il futuro”. All’ assemblea del Garden, inizio alle 18, sono stati invitati i sindaci dei sei municipi coinvolti, il presidente della Sasi spa Domenico Scutti e il commissario straordinario dell’ ente d’ Ambito idrico unico dell’ Abruzzo, Pierluigi Caputi . “Abbiamo affidato a un avvocato del Codacons, l’ associazione in difesa dei consumatori”, anticipa Nello Iacovella , altro fondatore del Comitato, “lo studio sul recupero del 7 per cento che la Sasi carica in bolletta a titolo di “remunerazione del capitale investito”, voce che doveva essere abolita dopo il referendum con cui gli italiani hanno 2 anni fa ribadito la proprietà pubblica dell’ acqua. D’ altra parte, il vero investimento, il primo per la Sasi che non ne ha mai fatti nella nostra area”, annota Iacovella, “potrebbe essere fatto con parte dei 6 milioni di euro in fondi Fas disponibili in Regione per le opere idriche, denaro che il Comune potrebbe richiedere per impiegarlo nell’ ampliamento dei nostri serbatoi di rete, troppo piccoli a quattro decenni dall’ entrata in funzione, i sondaggi tra Bocca di Valle e Colle Monaco con l’ acquisizione di pozzi a 100 metri di profondità e la sostituzione delle condotte-colabroso che perdono almeno il 40 per cento della portata. La Sasi potrebbe invece sostituire i filtri allo sbarramento del Linaro, oggi inservibile “. Francesco Blasi ©RIPRODUZIONE RISERVATA.
 

Previous Next
Close
Test Caption
Test Description goes like this