8 Marzo 2011

La Libia in fiamme “scotta” al distributore

La Libia in fiamme "scotta" al distributore
 

ROMA – E’ corsa senza freni per il prezzo della benzina, lanciata a un nuovo record storico dalla crisi libica che incide sulle quotazioni del petrolio. La verde, dopo due settimane di rialzi ininterrotti, ha superato il massimo di 1,560 euro toccato nel luglio di fuoco del 2008 ed è arrivata a 1,568 euro nei distributori della Esso. A mettere il turbo ai listini dei carburanti è stato ovviamente l’ andamento dei prezzi del petrolio, in ascesa sostanzialmente costante dall’ avvio dei disordini nei Paesi che affacciano sul Mediterraneo. Ieri, il greggio americano ha superato i 106 dollari, mentre il Brent ha oltrepassato i 118 dollari: anche se i prezzi potrebbero a breve risentire positivamente della decisione presa in sordina da tra Paesi Opec – Kuwait, Nigeria e Emirati Arabi – di aumentare la produzione di 300.000 barili, così come già fatto dall’ Arabia Saudita. Intanto i principali marchi attivi sulla rete di distribuzione italiana hanno ancora rivisto al rialzo i prezzi: stando alle rilevazioni di Staffetta Quotidiana, per la verde si va da un massimo di 1,568 della Esso a un minimo di 1,548 della Q8, mentre per il diesel si oscilla tra 1,462 di TotalErg e 1,444 di Q8. Prezzi che, in alcune aree del Paese dove sono presenti addizionali regionali, come la Campania, salgono ampiamente sopra la soglia di 1,61 euro. Per un pieno di benzina oggi ci vogliono così più di 78 euro, contro i circa 74 dell’ inizio di gennaio e i 69 di un anno fa, quando la verde viaggiava intorno a quota 1,390 euro. Il caro-carburanti è però soprattutto una zavorra per molte categorie produttive, dagli agricoltori – con la Coldiretti che stima un aggravio di 200 milioni di euro sul settore – fino agli autotrasportatori, che con la Cna-Fita denunciano un aumento del gasolio del 40 per cento in due anni. Ma i più allarmati sono naturalmente i consumatori, secondo cui i rincari rischiano di ricadere sulle famiglie italiane con una stangata da 1.200 euro, tra esborso diretto per il fare il pieno e aumento dell’ inflazione. Per questo, le associazioni che aderiscono a Casper chiedono di bloccare le tariffe energetiche per tutto il 2011, tagliare le accise e sterilizzare gli aumenti dei prezzi dei carburanti; mentre Adusbef e Federconsumatori chiedono anche l’ immediata entrata in vigore delle misure definite nell’ accordo con la filiera petrolifera. Anche l’ opposizione chiama in causa il governo: «E’ inaccettabile – accusa il segretario nazionale del Pd, Pierluigi Bersani – che non intervenga sugli aumenti dei carburanti. Il ministro dell’ Economia Tremonti riduca le accise, applicando la norma del governo Prodi». In attesa di una risposta dall’ esecutivo, i petrolieri invitano anche a considerare che «è vero che oggi in termini nominali i prezzi dei carburanti sono tornati sui livelli del 2008 anche se i prezzi del greggio e dei prodotti raffinati risultano inferiori, ma solo per il deprezzamento dell’ euro rispetto al dollaro, che nel 2008 era intorno a 1,59 rispetto agli 1,39 odierni (-12,6 per cento)». Insomma, spiega l’ Unione petrolifera, la debolezza dell’ euro pesa sui prezzi odierni per 6,7 centesimi euro al litro in più rispetto ai picchi di luglio 2008.

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