La fune traente verrà tagliata lunedì mattina
- fonte:
- La Stampa
Lunedì saranno i vigili del fuoco del comando di Verbania a tagliare un tratto di 15 metri della fune traente che a mezzogiorno del 23 maggio si è improvvisamente lacerata facendo cadere nel vuoto la cabina della funivia del Mottarone,a cui erano stati bloccati i freni di emergenza.E’ stato comunicato ieri nella riunione del collegio dei periti del tribunale ai consulenti e agli avvocati delle parti. Il ritrovo sarà alla caserma dei carabinieri di Stresa e poi si salirà verso il prato dove giace una cima del cavo, quella che si staccata dal carrello della cabina. Una volta sezionato, sarà tenuto in custodia dai vigili del fuoco finché il presidente degli esperti nominati dal gip Elena Ceriotti – l’ingegner Antonio De Luca dell’università Ferdinando II di Napoli – non avrà individuato il laboratorio in cui sottoporlo a test. Le indicazioni arriveranno nei prossimi giorni così come quelle su tempi (comunque entro il 15 ottobre)e modalità con cui procedere alla rimozione del relitto della cabina precipitata. Pendenza del 25 per cento Con l’incontro di ieri in tribunale a Verbania periti, consulenti della Procura, degli indagati (12 persone e 2 società)e delle parti offese (al momento 53: famigliari delle vittime e Codacons) hanno convenuto che il reperto si può spostare dal bosco in cui è ancorato dal giorno della tragedia dividendolo in due: le lamiere della vettura e il carrello. Quest’ultimo è la parte più delicata. Ne fa parte la testa fusa, il cono di metallo che collegava la fune traente alla cabina e che è rimasto incastrato nel tronco di un albero. Il carrello pesa più di una tonnellata e il luogo dal quale deve essere rimosso ha una pendenza del 25%. «Massima collaborazione» «Stiamo collaborando con i periti anche mettendo a disposizione le competenze dell’ingegner Carlo Fuselli, esperto di funi» dichiara l’avvocato Gualtiero Costa. Con a collega Raffaella Zucchetti difende i tecnici di Sateco, la ditta specializzata nell’ispezione di funi. E’ tra i subappaltatori di Leitner, l’azienda altoatesina incaricata della manutenzione ordinaria e straordinaria dell’impianto che aveva rinnovato nel 2016, mentre i controlli giornalieri e settimanali spettavano al concessionario, la società Funivie del Mottarone di Luigi Nerini. «Sateco può attestare che tutto quello che ha fatto è conforme alle norme di legge: i miei assistiti sono i primi ad aver interesse che al più presto sia fatta chiarezza sulle responsabilità. Per tutti sarà un sollievo quando i reperti saranno in custodia in un luogo al coperto» aggiunge l’avvocato Costa, che lunedì assisterà con Fuselli al sezionamento della fune di acciaio (diametro 25 millimetri). La difesa di Perocchio «Ci saremo anche noi con i nostri consulenti: non è un’o-perazione complessa ma deve essere fatta con tutti gli accorgimenti» precisa l’avvocato Andrea Da Prato, difensore di Enrico Perocchio.E’ il direttore di esercizio, dipendente di Leitner, responsabile della sicurezza dell’impianto, sospeso dall’Ustif dall’attività in attesa che si arrivi alla conclusioni delle indagini. Anche Perocchio ha dichiarato di non aver nulla da rimproverarsi, seppur schiacciato dal peso morale di quanto successo. Anche per lui resta inconcepibile che la fune traente possa essersi spezzata. Come lo ha sempre sostenuto il solo degli indagati sottoposto a misura cautelare: il capo servizio Gabriele Tadini, che aveva disarmato i freni di emergenza della cabina che tendeva a bloccarsi sulla linea, inserendo i famigerati «forchettoni rossi». «Se non ci fosse stata quella manomissione maledetta – ha rimarcato nuovamente l’avvocato di Leitner Paolo Corti – oggi non saremmo qui a discutere di una tragedia con quattordici vittime». Il modello in 3D Con la riunione tecnica di ieri si è anche presa visione di un primo risultato del lavoro dei periti. Con le oltre 700 fotografie scattate dall’architetto bresciano Marco Rosini è stato costruito un modello in 3D della cabina numero 3: uno strumento utile per illustrare componenti, guasti e difformità dell’impianto rispetto ai progetti. Sono elementi che confluiranno nell’incidente probatorio, prove che entro fine novembre saranno nelle mani del gip Elena Ceriotti e verranno discusse in contraddittorio nell’udienza già fissata per il 16 dicembre.
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