8 Marzo 2007

La finale De Filippi dirige una lotta di tutti contro tutti

La finale De Filippi dirige una lotta di tutti contro tutti
Il giurato Platinette: non è un college inglese, rispecchia la realtà [FIRMA]

ROMA In nome della delazione, del voyeurismo, della volgarità e dell`insulto. Benvenuti all`ultima puntata (domenica ore 21 su Canale 5) del programma più trash dell`universo televisivo e che i ragazzi hanno eletto a trasmissione cult. Amici di Maria De Filippi andrebbe studiato dai maestri di crudeltà. Nato anni fa come un Fame de noantri con i giovani aspiranti cantanti, ballerini e attori a darsi battaglia senza esclusione di colpi artistici pur di vincere la gara, oggi prende le sembianze di un pollaio. Chiusi da ottobre in una sorta di reality show, i ragazzi di Amici vengono spinti dagli autori a parlare male dei compagni d`avventura. Una volta ottenuto lo sfogo, l`rvm viene fatto vedere alla vittima di turno per le considerazioni di rito. E la giostra ricomincia. Che cosa tutto questo abbia di artistico, non è dato sapere. Il sabato pomeriggio in diretta e la domenica sera sempre in diretta su Canale 5, si raggiunge lo zenit. Nella pomeridiana (più casereccia) è il pubblico quello chiamato a insultare i ragazzi nella maniera più becera possibile. La domenica sera è l`ospite fissa Platinette che s`incarica di gettare palate di fango in faccia agli aspiranti artisti oramai rintronati come boxeur. Urla e pianti non mancano con la platea che, come in un Colosseo, grida approvazione e disapprovazione all`indirizzo di tutti i partecipanti, docenti compresi che oramai si insultano tra loro senza ritegno. Il dato interessante è che il programma, che dopo anni vedeva un suo calo fisiologico d`ascolti, grazie a tanta litigiosità è risorto. Ne è convinta proprio Platinette, che quasi s`infuria nella foga dell`arringa: “E` un programma televisivo prima di essere una scuola. Soprattutto non è un college inglese ma uno show che registra la realtà. Concorrono nel gioco una valanga di componenti. Certo, è un talent show ma se non ci fossero le esternazioni forti lo spettacolo non sarebbe più tale. Parliamo di valore aggiunto. E non è colpa nostra se si vive in un mondo competitivo e non meritocratico“. Ma qui si eccede nella litigiosità a volte persino gratuita: “Lei mi sembra Heidi. Il programma non ha mai avuto tanto ascolto come quest`anno. Nel serale ha sempre stracciato la concorrenza. Chi fa programmi che costano così tanto deve portare a casa i risultati e Maria De Filippi in questo è maestra. Io avevo suggerito di far venire in trasmissione ospiti eccellenti, tipo la Cuccarini. Ma avrei sbagliato; lo show sarebbe diventato comune. Qui si fa una telenovela primigenia e certe inquadrature descrivono un percorso di persone qualsiasi che torneranno ad essere tali una volta finito il programma“. Ecco, qui sta il nodo, torneranno ad essere tali quando invece dovrebbero esplodere artisticamente. Giusto allora il giudizio che dava del programma uno scopritore di talenti del calibro di Gianni Boncompagni che ebbe modo di considerare: “Mai uno dei ragazzi che esce da Amici è diventato un personaggio mentre le mie ragazze di Non è la Rai in molti casi hanno fatto carriere di pregio“. Ed è difficile smentire Boncompagni visto che molti di loro, peraltro dotati, una volta usciti dal programma ci sono rientrati come corpo di ballo. E chi vincerà domenica? Forse Agata, che tartassata dalla sua insegnante è salita nel gradimento del pubblico facendo addirittura sospettare che tra le due ci sia un accordo segreto? Il bel Federico? L`antipatico Max? Il bravissimo Cristo? La talentuosa Karima? “Una volta uscita la mia preferita, Giulia – dice ancora Platinette – io spero che vinca proprio Karima come contraltare alle anoressiche. Così facciamo contenta pure la Melandri“. E al Codacons e all`Osservatorio dei minori che parlano di “programma diseducativo“ responsabile di spingere i ragazzi l`uno contro l`altro, rispondono gli autori Luca Zanforlin e Chicco Sfondrini che sul programma hanno addirittura fatto un libro: “Non si deve prendere la tv come un modello. Il piccolo schermo è un elettrodomestico come il phon: se lo usi male ti fulmini“.

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